«Piano, mi fai male!». I lamenti degli anziani «trattati come sacchi»

PONTIDA. Inchiesta per maltrattamenti nella Rsa: niente botte, ma ospiti strattonati e insultati. Gli inquirenti: «Ora struttura sicura». Venerdì quattro indagate dal gip.

«Piano, mi fai male!». «Ma perché mi tratti male?». «Non mi vuoi bene!». Le esclamazioni delle vittime erano talmente innocenti e prive di risentimento che gli inquirenti sono arrivati ad associarle alle reazioni dei bimbi nei casi di angherie verificatisi negli asili. E in effetti, alla Rsa «Bramante» di Pontida, nel mirino delle Oss (Operatrici socio-sanitarie) indagate per maltrattamenti c’erano gli ospiti più fragili, quelli che più avrebbero faticato a reagire.

Niente botte, né altre forme di violenza fisica, ma – contesta il pm Fabio Magnolo –, trattamenti rudi: anziani sbattuti contro la testiera del letto mentre venivano spogliati per il cambio vestiti, spinti sul materasso, scossi, imboccati con manovre che parevano isteriche. Insomma, «trattati come sacchi di patate», è la sensazione di chi ha avuto modo di visionare gli atti dell’indagine dei carabinieri della Compagnia di Zogno e della Stazione di Cisano. E poi urla spazientite contro chi si lamentava o all’indirizzo dei meno reattivi durante i pasti (la cuoca ha dichiarato di averle udite). «Non rompermi i c...», gridava J. S., 34 anni, originaria della Costa d’Avorio, la Oss ai domiciliari. Le telecamere nascoste hanno ripreso principalmente lei e i suoi comportamenti ritenuti illeciti. Era sempre sola quando la si vede strattonare o scuotere qualche ospite. Nervosa, con l’indelicatezza di una intenzionata a finire la mansione il più in fretta possibile, poco amorevole: così appare nelle immagini. «Probabilmente non era il suo mestiere», si lascia sfuggire chi ha letto le carte.

L’indagine partita dal racconto di una ex dipendente

Almeno tre le presunte vittime finora accertate. Ma i carabinieri hanno in corso confronti con i parenti degli ospiti e i dipendenti della struttura per capire se altri anziani abbiano subìto maltrattamenti. L’inchiesta era nata a marzo 2023. Già prima alcuni lavoratori si erano rivolti a S. M., responsabile della struttura, e W. M., direttrice d’area, per raccontare che lì dentro c’erano anomalìe. Ma, è la contestazione, le due avrebbero minimizzato. Due ex dipendenti donne, dopo aver trovato lavoro altrove, si erano presentate in caserma raccontando quanto succedeva, ma chiedendo l’anonimato. Poi una delle due era tornata depositando un esposto con nome e cognome. E così era partita l’indagine. Responsabile e direttrice d’area sono indagate per omesso controllo: il gip Federica Gaudino ha disposto per entrambe l’allontanamento dalla struttura e la sospensione dallo svolgimento della professione (il pm chiedeva i domiciliari). Stesso provvedimento per un’altra Oss, A. B., che non è stata ripresa dalle telecamere ma è accusata dalle ex colleghe. Altre due Oss sono indagate a piede libero. Un esposto ai carabinieri era stato presentato anche dalle figlie di un’ospite. Si lamentavano di aver trovato la madre non pulita in qualche occasione: dei maltrattamenti non hanno mai parlato. Venerdì le due Oss (difese da Francesco Pierotti) e le due responsabili della struttura (assistite da Laura Fumagalli) sottoposte a misura cautelare saranno interrogate dal gip. «Ora la situazione nella Rsa è sicura», garantiscono gli investigatori.

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