Treno soppresso, ma il bus è maggiorato: «Una beffa»

PONTE SAN PIETRO. Ritardi e convogli pieni lungo la Lecco-Bergamo e Milano-Bergamo via Carnate.La protesta corre sui social.

Altra settimana di disagi per studenti e pendolari che viaggiano in treno lungo la Lecco-Bergamo e Milano-Bergamo via Carnate. A portare alla luce nuovi ritardi quasi quotidiani e soppressioni di treni è ancora una volta il gruppo Whatsapp «Problemi con Trenord», che ha pure segnalato come in alcuni casi le carrozze, ridotte nel numero, siano così piene da costringere, nella stazione di Ponte San Pietro, alcune persone a prendere il convoglio successivo. E sottolineando, allo stesso tempo, «problemi di sicurezza qualora dovesse succedere qualcosa o qualcuno dovesse sentirsi male».

«Trenord dovrebbe prevedere il rimborso dei costi sostenuti per i mezzi sostitutivi, compreso il carburante per chi, in questi casi, decide di raggiungere il posto di lavoro o la scuola con auto private, e per i biglietti singoli non utilizzati a causa della cancellazione dei treni».

Alcuni studenti non potendosi permettere di arrivare in ritardo, avrebbero deciso di prendere l’autobus di linea che viaggia lungo la stessa tratta

In particolare, poi, le famiglie del gruppo fanno riferimento a quanto successo giovedì mattina, a seguito della soppressione del treno per Bergamo delle 6,30, proveniente da Lecco. Alcuni studenti, infatti, non potendosi permettere di arrivare in ritardo, avrebbero deciso di prendere l’autobus di linea che viaggia lungo la stessa tratta: «Sono saliti di corsa, senza il tempo di recarsi in tabaccheria, per non perderlo e il controllore ha domandato loro il biglietto – racconta Sonia Ravasio, del gruppo Whatsapp –. Dopo aver ascoltato l’accaduto, ha richiesto, peraltro giustamente, trattandosi di un’azienda di trasporto diversa, il pagamento della corsa, ma maggiorato del supplemento per l’acquisto effettuato sul mezzo». Come a dire, oltre al danno la beffa. «In aggiunta al bonus ritardi (o indennizzo che dovrà essere richiesto dal viaggiatore di volta in volta, vista la recente modifica apportata da Trenord, ndr) – conclude Ravasio, lanciando quella che vuole essere una provocazione –: Trenord dovrebbe prevedere il rimborso dei costi sostenuti per i mezzi sostitutivi, compreso il carburante per chi, in questi casi, decide di raggiungere il posto di lavoro o la scuola con auto private, e per i biglietti singoli non utilizzati a causa della cancellazione dei treni. Tutto ciò non basterebbe a risarcire i pendolari, ma eliminerebbe almeno la beffa, visto che il danno è già più che sufficiente».

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