Per una serata il coraggio ha rubato la scena alla fantasia

IL PUNTO. Un po’ di sogni per insaporire la pietanza abbinata alla polenta del pranzo domenicale. Era giusto l’una di ieri quando Marco Brescianini – centrocampista del Frosinone, bresciano di Erbusco nato in Bergamasca, a Calcinate, e cresciuto nel Milan – ha portato in vantaggio i suoi a Torino.

Dando la stura a una serie di se... Già. Se la Juve... E se stasera poi l’Atalanta a San Siro... Mica per puntare al secondo posto, per carità. Però allargare verso l’alto la corsa Champions, tirando ancora nel calderone i bianconeri e il Milan, non sarebbe stato male.

Poi però il resto del pomeriggio e la serata hanno restituito alle cose i loro giusti contorni. Perché la Juventus, di corto muso secondo copione, ha piegato il Frosinone. E l’Atalanta ha dovuto soffrire e stringere i denti come raramente era successo nel recente passato per uscire dalla tana di un Milan scatenato con un punto preziosissimo. Che in questo giro di giostra la fa scivolare a -2 dal Bologna, ora titolare unico del quarto posto, ma che alla lunga avrà il suo peso nella corsa all’Europa.

E il punto ci sta, perché al di là della classifica iniziare il ciclo terribile con una sconfitta avrebbe potuto creare qualche contraccolpo. Uscire imbattuti da San Siro, e chiudere imbattuti il ciclo di confronti stagionali con una big come il Milan (salvo ritrovarselo in Europa League, chissà...) puntella invece l’autostima ancor più che la classifica. E ci sta anche la sofferenza. Perché dimostra che questa squadra nata per dare spettacolo quando serve sa anche versare sudore e sangue. E non è una metafora: guardate le condizioni in cui è rimasto in campo fino alla fine Sead Kolasinac, bendato dopo un taglio all’arcata sopraccigliare.

E perché era impensabile che il Milan si facesse sorprendere per la terza volta in meno di tre mesi dall’Atalanta che già l’aveva scottato in campionato (con l’ormai leggendario tacco di Muriel al 95’) e in Coppa Italia, andando a privarlo in casa sua della possibilità di concorrere a un dichiarato obiettivo stagionale. Ecco perché questa Atalanta di lottatori coraggiosi, per una sera usciti dall’ombra degli artisti e assurti a padroni del palcoscenico, deve intascare orgogliosa questo punto e ripresentarsi mercoledì a San Siro per sfidare l’Inter, la più forte. Aspettando il Bologna, squadra del momento.

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