«È depressa», la dimettono
Ma muore dopo due giorni
I parenti di un’anziana di Cividate hanno denunciato l’ospedale di Romano. La replica: «Aperta un’inchiesta interna, vogliamo fare chiarezza».
Nove ore trascorse in Pronto soccorso mercoledì 19 giugno, poi la dimissione con una diagnosi di iponatremia, cioè carenza di sodio nel sangue, e depressione. Quindi un nuovo malore a distanza di 12 ore, il ricovero in ospedale e, venerdì 21 giugno, il decesso per infarto cardiaco. Un infarto, pare dai primi accertamenti, cominciato però proprio mercoledì e, secondo quanto denunciato dai familiari di Maria Teresa Macetti, 84 anni, di Cividate al Piano, passato del tutto inosservato ai medici del Pronto soccorso di Romano. Martedì 25 giugno la decisione di denunciare, alla stazione dei carabinieri di Martinengo, la struttura per l’ipotesi di omicidio colposo.
«Mia mamma si è sentita male mercoledì mattina, con forti dolori allo stomaco e affanno – racconta la figlia Maria Santina Plebani, 51 anni –. Abbiamo chiamato il 118 ed è stata portata al Pronto soccorso di Romano verso le 10. Le hanno fatto tutte le analisi, l’elettrocardiogramma e la visita e l’hanno trattenuta facendole tre flebo per reidratarla fino a sera: poco dopo le 19 l’hanno dimessa con diagnosi di iponatremia e prognosi di zero giorni, con delle pastiglie per la depressione». La notte in effetti, raccontano i familiari, è trascorsa tranquilla, ma il giorno dopo la pensionata, nel pomeriggio, accusa gli stessi sintomi, con l’aggiunta di un innalzamento della pressione. Il medico di base, Pietro Poidomani, dopo averla visitata a domicilio opta per un ricovero: viene nuovamente contattato il 118, ma questa volta l’ospedale di destinazione è quello di Chiari, in provincia di Brescia.
Dal pronto soccorso bresciano il ricovero in reparto è immediato: per i medici – è la ricostruzione – c’è un infarto in corso dal giorno precedente. «Ci hanno detto che mia madre aveva in corso un infarto da parecchie ore, cioè da mercoledì – spiega ancora Maria Santina –. L’hanno subito operata e poi messa in terapia intensiva. Venerdì avrebbero dovuto operarla di nuovo, ma è spirata prima dell’intervento». Una morte che Maria Santina e il fratello Gianbattista non accettano: «Vogliamo capire cosa sia successo: forse nostra madre poteva essere salvata se a Romano si fossero accorti prima di quanto stava succedendo. Per questo abbiamo presentato denuncia».
La denuncia verrà ora trasmessa alla Procura di Bergamo per competenza e verranno valutati i primi passi. Tra questi non è escluso, oltre all’acquisizione delle cartelle cliniche dei due ospedali, Romano e Chiari, che il magistrato incaricato possa disporre anche un’autopsia, anche se nel frattempo lunedì Maria Teresa Macetti è stata sepolta a Cividate.
Il direttore generale dell’Asst Bergamo Ovest, Peter Assembergs, appresa la notizia, ha dato mandato al direttore sanitario Callisto Bravi di istituire una commissione di inchiesta interna che verifichi con esattezza quanto accaduto e le eventuali responsabilità: «La commissione medica interdisciplinare – afferma il direttore generale – è già stata nominata e si incontrerà nella giornata di giovedì 27 giugno. È nell’interesse di tutti fare chiarezza su quanto accaduto».
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