Giovane picchiato a Cologno: difendeva la sua ragazza da una gang di ventenni

LE RISSE. Raid anche a Pontirolo: un sedicenne malmenato dai coetanei.

Due aggressioni in strada si sono registrate a Cologno al Serio e Pontirolo Nuovo. La prima nella notte tra il 9 e il 10 settembre, la seconda lo scorso mercoledì sera. A Cologno un ragazzo di 30 anni ha denunciato ai carabinieri di essere stato aggredito per difendere la fidanzata di 26 anni dopo la festa di fine estate. La mamma, Rita Pagani, ha lanciato un appello: «C’erano altre persone: se qualcuno ha visto qualcosa, si faccia avanti». Il figlio vive a Urgnano con la fidanzata e sarebbe stato aggredito in via Solferino da un gruppetto di ventenni. Gli aggressori, fuggiti, non sono stati identificati dai carabinieri di Treviglio, intervenuti sul posto. Ancora poco chiara, però, la dinamica: sono in corso le indagini e al vaglio dei militari della stazione di Urgnano ci sono le immagini delle telecamere di videosorveglianza. «Ho paura per mio figlio, qualcuno voleva fargli del male e ci è riuscito – aggiunge la madre –. È stato pestato poco dopo che io avevo lasciato la festa. La fidanzata è rimasta illesa fisicamente, ma psicologicamente è molto traumatizzata dopo aver visto il pestaggio in diretta senza poter fare nulla».

Più recente l’episodio di Pontirolo, raccontato da un testimone e avvenuto in via Papa Giovanni XXIII, in pieno centro: «Mi trovo davanti sei ragazzi, dai 15 ai 17 anni, che stanno pestando un ragazzino visibilmente più minuto: mi fermo, alzo la voce e, assieme a me, inizia ad alzare la voce anche una signora che abita appena sopra. Loro, dopo aver alzato in due il ragazzino e averlo sbattuto a terra di schiena, si fermano, mi dicono di star tranquillo e se ne vanno portandosi dietro il giovane».

A quel punto il testimone del pestaggio chiama il 112. «Dopo cinque minuti li rivedo nella stessa via e li fermo chiedendo cosa stessero facendo: nel frattempo arrivano i carabinieri – racconta –: il ragazzino più alto ha affermato che per festeggiare i 16 anni è normale essere “un po’ picchiato”, che fa parte del gioco. Logicamente il “ragazzino vittima” non ha contraddetto questa versione». I carabinieri hanno generalizzato i giovanissimi, mentre la vittima è stata informata che potrà sporgere denuncia. «Ciò che mi ha lasciato più perplesso – aggiunge il testimone – è che tutti sapevano dei comportamenti violenti, tanto che qualche avventore di un vicino bar ha avuto paura che la vittima fosse il proprio figlio. Ma dai carabinieri ho avuto conferma che questa è stata la prima volta che qualcuno li ha chiamati per una situazione del genere. L’obiettivo non è far sbattere in galera dei ragazzini, ma cercare di educarli: se nessuno reagisce così, le cose possono solo peggiorare. Spero che qualcuno segua il mio esempio invece che lamentarsi senza reagire, come vedo fare sui social».

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