«In treno? Di giorno ci sentiamo sicuri. È quando cala la sera che c’è più paura»

VIAGGIO TRA I PENDOLARI. Convogli puliti, in orario e videosorvegliati. Ma in stazione a Treviglio anche tanti vetri rotti. Una barista: «Non temo a stare qui, c’è la polizia accanto». Una studentessa: «Ritardi per far scendere chi fa casino».

La notizia c’è e rischia di sfatare decenni di ironie sul tema: il treno che parte addirittura un minuto prima dell’orario previsto. E non sembra un’eccezione. Lunedì mattina sia il 10.05 che l’11.05 per Milano hanno chiuso le porte sulla banchina di Treviglio centrale rispettivamente alle 10.04 e alle 11.04. Ma c’è di più: le carrozze sono nuove e pulite, tutte videosorvegliate (un monitor mostra in diretta le immagini delle videocamere degli altri convogli, oltre a indicare dove ci si trova), le prese usb per la ricarica di telefono e computer funzionano, così come l’aria condizionata. E i pendolari sono tanti: i posti a sedere sono quasi tutti occupati, ma non c’è molta gente in piedi. Sembrano lontani i tempi in cui si viaggiava stipati, in tutt’altri convogli spesso in ritardo. Per capire se è un caso, chiediamo a qualche passeggero, che conferma che nella stragrande maggioranza delle volte «ormai è così, tranne forse nei treni di rientro del primo pomeriggio».

Proprio i treni e le stazioni sono stati al centro, di recente, di episodi di criminalità, come l’omicidio e la rapina di Calolziocorte. Ecco perché è lecito chiedersi: ma i pendolari, ora forse più coccolati dalle ferrovie rispetto ad anni fa – «Considera però che in cinque anni il biglietto da Treviglio a Milano è passato da un euro e 70 centesimi a 4 euro», precisa Anna Spagnolo, studentessa neodiciottenne di Vidalengo, pendolare dal capoluogo lombardo dove studia all’alberghiero – si sentono comunque sicuri sui treni e nelle stazioni?

Treviglio Centrale, sulla tratta Milano-Venezia, è tra le più trafficate della Lombardia: gli ascensori che portano al sottopasso ieri mattina funzionavano tutti. Peccato che verso la fiera – ormai ribattezzata un «hub» per la sua effettiva centralità a livello regionale – la serranda sia abbassata perché i lavori per l’apertura del collegamento diretto al polo fieristico non si sono ancora conclusi. Molto comodo, invece, l’analogo sottopasso che corre più a est e che porta direttamente in largo Roggia Brembilla, dove si trovano numerosi e ampi parcheggi. Peccato solo, sulla rampa d’accesso, per la svariata mole di graffiti che, lungi dall’aspirare a qualche minima valenza artistica, si limitano a variegate e stucchevoli scritte spray contro il sistema. Un classico, insomma, che spiace riscontrare in una struttura praticamente nuova (e anch’essa ampiamente videosorvegliata). Tasto dolente i vetri della stazione: ce ne sono davvero tanti rotti, molti a seguito di vandalismi notturni, ci viene spiegato. Quanto alla polizia ferroviaria, ieri mattina erano presenti quattro agenti allo scalo.

Ma il problema, per chi usa il treno, non è tanto di giorno, ma quando cala la sera. Che, a breve, significherà anche il tardo pomeriggio, giusto l’orario di rientro di tanti lavoratori da Milano alla Bergamasca. E il presidio della polizia è previsto dalle 5 alle 19. «Di sera, se non c’è mio fidanzato, non mi muovo mai in treno – ammette Beatrice, studentessa ventunenne di Caravaggio –: da sola non mi fido. Ci sono in giro troppi matti, ogni tanto li vediamo: devono fermare il treno, a volte anche a lungo, per farli scendere». «Tanta gente sale sul treno senza biglietto e spesso per farli scendere c’è da aspettare un bel po’ – racconta Simona, studentessa di Treviglio –: prendo il treno da cinque anni, purtroppo a volte ci sono scioperi o c’è il disagio che non è mai stato previsto il treno di rientro delle 15. Sul fronte della sicurezza non abbiamo mai subito fastidi. Da quando è in funzione la carta ricaricabile vediamo anche meno controllori».

La signora Titti Cuzzocrea, di Treviglio, è un’ex dipendente delle ferrovie e, per questo, può viaggiare gratis: lunedì ha accompagnato il marito, a sua volta ex capostazione in pensione, a Milano per un esame medico: «Vi state occupando di sicurezza? Bene, ma non posso esimermi da una postilla sulla sanità: oggi siamo dovuti andare a Milano perché mio marito aveva bisogno di sottoporsi a una risonanza magnetica e venerdì, in tutta la provincia di Bergamo, il primo posto utile era il 24 gennaio. A Milano era già disponibile oggi. E sempre, sia chiaro, con il servizio pubblico. Per la sicurezza, invece, sì: io mi sento sicura. Perlomeno di giorno, di sera è diverso». Veronica Calarota, di Zingonia, lavora da 7 anni al bar della stazione Centrale di Treviglio: «Alcuni episodi di violenza si sono verificati in questi anni, soprattutto gente che dava fastidio. Personalmente qui al bar non abbiamo mai avuto problemi, anche perché abbiamo la Polfer accanto. Non ho paura a stare qui».

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