La tragedia di Cologno: nel 2013 aveva già minacciato la donna con un coltello

COLOGNO AL SERIO. La tragedia nel monolocale di una coppia di origine nigeriana. Vittima una badante di 49 anni, l’uomo arrestato per omicidio volontario.

Colpita da numerosi fendenti con un coltello da cucina in tutto il corpo, nel monolocale in cui viveva in affitto con il compagno, durante una lite scatenata da motivi che i carabinieri stanno cercando di accertare. C’è una lunga storia di problemi psichiatrici dietro il delitto che si è consumato giovedì pomeriggio 28 marzo a Cologno al Serio, vittima una donna di 49 anni di origini nigeriane, Joy Omoragbon.

L’allarme al Nue è arrivato verso le 15 da un vicino che abita nella casa di corte di via Donizetti 19, nel centro storico del paese. Ha sentito le urla della donna e ha chiamato il 112. Nel giro di pochi minuti sono arrivate le ambulanze e l’automedica del 118 insieme ai carabinieri di Urgnano, del Norm di Treviglio e del Nucleo investigativo di Bergamo e le pattuglie della polizia locale di Cologno al Serio. Per Joy Omoragbon non c’era ormai più nulla da fare.

Nel monolocale al secondo e ultimo piano c’era il compagno, Osarumwense Aimiose, 45 anni, connazionale, che non ha opposto resistenza ed è stato portato in caserma. Nel pomeriggio è stato interrogato dal pm Laura Cocucci alla presenza dell’avvocato d’ufficio, Francesco Pierotti. È stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario e portato nel carcere di via Gleno, ma non è escluso che venga trasferito nel reparto di Psichiatria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII: nei prossimi giorni sarà interrogato dal gip per la convalida. I rilievi dei carabinieri sono proseguiti fino alle 18,30, poi l’appartamento è stato posto sotto sequestro. Dall’abitazione sono stati prelevati l’arma del delitto, vestiti e oggetti sporchi di sangue: le macchie erano visibili anche sullo stipite della porta d’ingresso.

L’omicidio dopo una lite

Dalle prime informazioni sembra che l’omicidio sia maturato durante una lite tra la coppia, che viveva nell’appartamento da una decina d’anni. I due non avevano figli. In Comune la coppia non è conosciuta o seguita dai Servizi sociali, conferma il sindaco Chiara Drago, ma Osarumwense Aimiose era stato sottoposto a un Trattamento sanitario obbligatorio dieci anni fa e da allora era in cura al Cps di Romano di Lombardia. Dopo quell’episodio pare che non ci fossero più stati problemi, non risultano denunce per maltrattamenti o chiamate dei vicini per segnalare liti, ma gli accertamenti dei carabinieri sono in pieno svolgimento.

Si attende l’autopsia

Di fronte al pm giovedì pomeriggio l’uomo non ha saputo fornire molte spiegazioni: ha ricostruito alcuni fatti ma per via della sua patologia, spiega la difesa, non ha una piena percezione della realtà e non riesce a distinguere quello che è reale da ciò che è nella sua immaginazione, e nemmeno ha la percezione di sé come soggetto agente. Un interrogatorio piuttosto veloce al termine del quale l’uomo è stato portato in carcere: i due erano soli in casa e la dinamica dell’omicidio appare chiara. La donna è stata colpita con numerosi fendenti, ma solo l’autopsia potrà stabilirne il numero con esattezza. La salma di Joy Omoragbon è stata composta nella camera mortuaria del «Papa Giovanni», a disposizione del magistrato.

I vicini di casa

Nella casa di corte di via Donizetti i vicini sono chiusi nelle loro abitazioni: «Non ho sentito niente, sono tornato dal lavoro dopo 7 ore e ho visto i carabinieri», spiega un ragazzo pachistano che abita al primo piano, mentre una donna sudamericana precisa che «ho già detto tutto ai carabinieri, io non li conosco ma ogni tanto vedevo lei uscire in bicicletta». Joy Omoragbon lavorava saltuariamente come badante e la coppia faceva fatica ad arrivare alla fine del mese e a pagare l’affitto. Per questo motivo, martedì, il padrone di casa aveva chiamato il 112 ed erano intervenuti gli agenti della polizia locale.

Nel 2013 aveva minacciato la compagna con un coltello

Dalle indagini avviate dai carabinieri, nel 2013 l’uomo si era reso responsabile di lesioni aggravate nei confronti della donna: in quel caso l’aveva anche minacciata con un coltello. Il 45enne era risultato affetto da problemi psichici che ne avevano reso necessario il Trattamento Sanitario Obbligatorio e dal 2014 risultava in cura presso diversi Cps della zona. Recentemente, perso il lavoro lo scorso dicembre 2023, aveva iniziato ad avere nuovamente dei comportamenti che avevano causato delle liti tra lui e la convivente, la quale in due occasioni aveva anche richiesto l’intervento delle forze dell’ordine, senza tuttavia formalizzare querele nei confronti del compagno e senza evidenziare delle situazioni tali da configurare l’applicazione del cosiddetto «codice rosso». Lo scorso 26 marzo, due giorni priama dell’omicidio, l’uomo era stato anche invitato presso un Cps della zona, dove si era recato accompagnato dalla convivente per affrontare i problemi psichiatrici che aveva evidenziato recentemente.

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