Medici di base, ancora posti vuoti dall’Isola alle valli

I SINDACI. Sono 24 su 53 le posizioni rimaste scoperte.Vari Comuni proponevano ambulatori a costi contenuti. «Troppi gli ambiti carenti rispetto alle disponibilità».

C’è chi è rimasto stupito, chi suona decisamente esasperato. I sindaci di diverse realtà della provincia sono alle prese con posti di medici di base che non si sono «riempiti» nemmeno con l’ultimo bando Ats. Ventiquattro sono le caselle rimaste scoperte (su un bando che già metteva al centro le aree dove si registra maggior carenza di medici di medicina generale), mentre 29 sono i professionisti che prenderanno servizio in 23 dei 36 ambiti carenti.

L’Ats ha già annunciato che nuovi bandi saranno aperti per le posizioni rimaste scoperte. Intanto, però, alcune aree fanno i conti con la delusione (ieri alcuni sindaci segnalavano anche la mancanza di comunicazioni ufficiali sul tema), in molti casi nonostante il tentativo di offrire agevolazioni che potessero risultare attrattive.

È il caso di Calusco d’Adda, dove tra il 2021 e il 2022 sono andati in pensione due medici, «e nessuno è stato sostituito – dice il sindaco, Michele Pellegrini –. Alcuni pazienti si spostano in altri paesi, ma abbiamo comunque più di mille persone scoperte». Il Comune ha approntato degli spazi per ambulatori nell’edificio di via Volta, dove già si trova il centro diurno integrato, con la disponibilità «a metterli a disposizione a canone agevolato, con tutte le spese incluse». Per ora però vi si trasferirà (dal 1° ottobre) soltanto la dottoressa Marilisa Bravi, che già opera in paese: «Nessun nuovo medico ha accettato di venire qui – commenta Pellegrini –. La guardia medica è stata reintegrata da una ventina di giorni, ma in tanti finiscono per rivolgersi, in caso di bisogno, al pronto soccorso». Proprio quel che andrebbe evitato, se non in caso di reali urgenze.

In Valle Seriana c’è la Continuità assistenziale diurna

Gli ambiti che si ritrovano quindi ancora con posti scoperti sono distribuiti sul territorio: si va dalla pianura all’Isola, dal Sebino alle valli Seriana e di Scalve.

Continueranno per ora a doversi appoggiare interamente sulla Cad (Continuità assistenziale diurna) i cittadini di Valbondione, Gandellino, Valgoglio e Gromo: l’ultimo medico ha lasciato ad agosto, e i due posti scoperti non sono stati assegnati. «Quantomeno, i due medici della Cad sono figure valide, che stanno tamponando la situazione in modo positivo – dice da Gromo la sindaca Sara Riva –. Chiaramente speravamo che qualche medico scegliesse il nostro ambito». I 4 Comuni non si sono risparmiati, quanto a incentivi, mettendo a disposizione un servizio di supporto amministrativo, ambulatori a un costo complessivo di 120 euro al mese, la disponibilità a dare supporto nell’individuazione di un eventuale alloggio, e un parcheggio riservato. Ma non è bastato: « Credo che le distanze abbiano influito. Per questo torniamo al solito discorso: servirebbero degli incentivi in generale per chi sceglie di vivere e lavorare in montagna», commenta Riva.

Dall’alta valle alla pianura: a Brignano negli ultimi anni un medico è andato in pensione, un’altra si è trasferita, ma il bando segna un nulla di fatto. «Nelle realtà piccole, ogni cosa è riconducibile al Comune: i cittadini, arrabbiati, vengono da noi amministratori», dice la sindaca Beatrice Bolandrini. Per offrire una risposta almeno parziale, di concerto con Ats è stato attivato «un servizio di ricette dedicato agli anziani e ai pazienti cronici: per un anno lo abbiamo fatto in Comune, con uno spazio dedicato. Attualmente è trasferito alla casa di riposo, che ringrazio. Si tenta qualsiasi cosa, ma la situazione sta andando davvero troppo per le lunghe».

Anche Fara Gera d’Adda ha visto il pensionamento di due medici negli ultimi due anni, e per ora dovrà ancora attendere. I circa 1800 pazienti rimasti scoperti sono nel frattempo assegnati a una dottoressa con incarico provvisorio, «speriamo che rimanga sul nostro territorio – dice il sindaco Raffaele Assanelli –. Abbiamo tre ambulatori disponibili, che daremmo in affitto a canone sicuramente non speculativo. Ma erano troppi gli ambiti carenti rispetto alla disponibilità».

Ancora scoperti due posti su tre nell’ambito che include Cavernago, Calcinate, Bolgare, Mornico al Serio e Palosco.

A Cavernago (dove è stato coperto nei mesi scorsi il pensionamento, ad aprile, del precedente medico del paese) spazi ad hoc sono stati anche tinteggiati e sistemati, sperando in un secondo medico di base a cui proporli «a un affitto davvero contenuto». «In pochi anni abbiamo avuto circa 400 nuovi abitanti – racconta il primo cittadino Giuseppe Togni –. Questi però o hanno tenuto medico del paese di provenienza, o sostanzialmente sono senza. Il disagio c’è ed è evidente».

La nuova delibera regionale in merito

Alle misure per cercare di far fronte alla carenza di professionisti, lunedì si è aggiunto un nuovo tassello dalla Giunta regionale. I medici iscritti al terzo anno del corso di formazione in medicina generale potranno arrivare fino a 1.500 assistiti (oggi il massimo è mille, soglia che resta invariata per i «colleghi» del primo e secondo anno). «L’obiettivo – evidenzia l’assessore al Welfare, Guido Bertolaso – è quello di aumentare l’assistenza sanitaria di primo livello nel territorio regionale». Prevista anche la possibilità, per i medici iscritti al primo anno di corso, di incarichi a 12 o 24 ore settimanali di assistenza primaria ad attività oraria (di continuità assistenziale, ex Guardia Medica). Per i medici iscritti al secondo e al terzo anno di corso sono possibili incarichi fino a 38 ore settimanali, sempre su base volontaria.

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