Muore a 24 anni a Spirano: una settimana fa i dolori alla schiena, poi il tracollo

SPIRANO. Una malattia fulminante non ha lasciato scampo a Filippo Bianchi, morto la vigilia di Natale un giorno dopo il ricovero a Seriate. La fidanzata: «Ci rimane il suo sorriso».

Il suo sorriso e la sua irrefrenabile passione per il lavoro. Sono i due indelebili ricordi che in famigliari e amici ha lasciato Filippo Bianchi, il giovane di 24 anni di Spirano morto la vigilia di Natale all’ospedale Bolognini di Seriate, dove era ricoverato dal giorno precedente. Il ricovero è avvenuto a una settimana dalla comparsa di un dolore alla schiena a cui poi sono subentrate complicazioni. Durante la settimana il giovane si è sottoposto a cure mediche ma nel corso dei giorni la situazione è precipitata.

«Infezione fulminante»

Il funerale sarà celebrato solo sabato 30 dicembre, alle 9,30, nella chiesa parrocchiale del paese. È stato infatti necessario attendere l’esecuzione dell’autopsia sul corpo del ventiquattrenne, effettuata all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, per accertare le causa del decesso, in merito al quale i famigliari attendono ancora chiarimenti. L’ipotesi al momento ritenuta più attendibile è quella di un’infezione. Dal giorno dell’allestimento della camera ardente nell’abitazione dove Filippo viveva, in via Milano 7, è stato continuo il via vai di famigliari e amici, non solo di Spirano, dove tutta la comunità è in lutto per la tragedia, ma anche dei paesi limitrofi, dove il ventiquattrenne era molto conosciuto: «Io non so dire veramente quante persone conoscesse – afferma con il dolore nel cuore ma un sorriso in viso la fidanzata Rachele –, in ogni paese dove andava salutava qualcuno. Era amico di tutti e aveva un sorriso per tutti».

La passione per il lavoro

Filippo (da molti amici chiamato «Pippo» e «Pino» dalla fidanzata) ha lasciato nel dolore il papà Gianfranco, di professione camionista, la mamma Annamaria e il fratello Abram, a cui era molto legato. Sin da piccolo ha sempre voluto fare l’agricoltore e aveva una spiccata passione per i trattori. Ieri, alla camera ardente, fra i telefonini di tutti i presenti, circolava una sua foto di quando frequentava le scuole elementari. Sull’immagine è riportato il desiderio per quando sarebbe diventato grande: «Voglio fare l’agricoltore». E così è stato. Diplomatosi all’Istituto agrario «Cantoni» di Treviglio, Filippo aveva poi iniziato a lavorare nell’azienda agricola «Baresi» di Zanica per poi passare all’azienda agricola «Moretti/Cassani» di Brignano d’Adda, dove era considerato come un figlio: «Il suo primo obbiettivo era andare a lavorare – ricorda il fratello – e lo faceva sempre con il sorriso: non era mai arrabbiato. Grazie a Rachele aveva iniziato a fare qualche viaggio, ma a parte questi momenti di svago, pensava sempre al lavoro che amava. Lui diceva sempre: “Faccio la professione più bella del mondo”».

Il paese in lutto

E sempre a quando era piccolo risale la sua passione per i trattori. Possedeva una collezione di modellini oltre a molteplici giornali e riviste di settore. Il ricordo di questo ventiquattrenne che già da bambino amava i mezzi agricoli è ancora vivo in molti spiranesi: «Mia moglie ha un’edicola – raccontava ieri uno di loro – e si ricorda ancora di quando Filippo passava da lei e si metteva a sfogliare le riviste dei trattori». «Di fronte a tragedie del genere è difficile trovare le parole – sostiene il sindaco di Spirano, Yuri Grasselli – come comunità non possiamo che essere vicini con la preghiera alla famiglia di Filippo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA