Siccità, il lago d’Iseo è sotto la media e senza scorte

Emergenza idrica . Da 414 giorni il livello del Sebino è sotto la media di riferimento e manca il 65% di acqua. Dalla Regione l’indicazione a ridurre il più possibile l’uscita alla diga di Sarnico. «Ci trasciniamo il deficit dello scorso anno».

Da 414 lunghissimi giorni, il lago d’Iseo è sotto il livello medio di riferimento: a partire dal 17 dicembre 2021 a oggi l’altezza del Sebino è sempre rimasta sotto il valore registrato giorno per giorno da quasi novant’anni. Nel 2021 solo una volta si è avvicinato, verso fine maggio, ma senza mai andare sopra la media e il momento peggiore lo si è avuto a luglio, quando la differenza fra l’acqua presente nel lago e quella solitamente registrata nel mese estivo è arrivata ad essere superiore al metro. Poi il lago ha provato a risalire tra fine ottobre e metà novembre, ma da allora ha ripreso a scendere: giovedì 2 febbraio era 5,9 centimetri sotto lo zero idrometrico a fronte di una media di 40,9 centimetri. Un’altra statistica preoccupante che emerge dai dati puntualmente raccolti dal Consorzio dell’Oglio riguarda proprio lo zero idrometrico: nel 2022 per sette mesi il Sebino è rimasto sotto questo riferimento: l’ultima volta che era sopra questa asticella era la vigilia di Natale.

La situazione non pare destinata a migliorare neanche nei prossimi giorni, non si prevedono perturbazioni in arrivo e in questo 2023 la situazione sarà resa ancora più grave dalla siccità del 2022, anno che, invece aveva potuto beneficiare di una rilevante scorta d’acqua accumulata nel 2021, quando il livello del Sebino era rimasto sopra la media per otto mesi su 12.

Non va meglio allargando lo sguardo al totale delle riserve idriche conteggiate da Arpa Lombardia: tra neve, acqua nei bacini idroelettrici e nei laghi naturali, siamo sotto del 42% rispetto alla media registrata a fine gennaio tra il 2006 e il 2020. Per quanto riguarda il bacino dell’Oglio, a cui fa riferimento il Sebino, nel lago manca addirittura il 65% di acqua. Ecco il motivo per cui nei giorni scorsi da Regione Lombardia è arrivata una richiesta netta e precisa: «Ridurre il più possibile l’uscita di acqua dal lago, chiudendo la diga di Sarnico». La scorsa settimana si è riunito tavolo tecnico in Regione per la gestione della risorsa idrica: l’indicazione è di evitare ulteriori diminuzioni dei livelli del lago. Dalla diga di Sarnico ieri uscivano 16 metri cubi di acqua al secondo contro i soliti (del 2 febbraio) 40 metri cubi al secondo, lontanissimi dal massimo di 75 metri cubi al secondo registrato il 2 febbraio 1986.

In questo momento, la richiesta di acqua proveniente dalle realtà agricole è bassa: «Praticamente nulla quella che arriva dall’agricoltura – spiegano dal Consorzio –, mentre, anche a fronte della complessa situazione internazionale, i produttori di energia idroelettrica ce ne chiedono eccome ma non possiamo fare molto per loro. In questo momento dobbiamo risparmiare più acqua possibile. Siamo preoccupati però anche per le ricadute ambientali: i canali pieni di acqua costituiscono un presidio importante per la flora e la fauna, ma svolgono anche un ruolo a livello di igiene sanitaria pubblica». La crisi viene monitorata giorno per giorno dagli enti preposti e dal tavolo tecnico regionale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA