Morto dopo la lite al semaforo, l’imputato: «Non ho colpito volontariamente la moto»

IL PROCESSO. La ricostruzione dell’impatto tra la moto di Walter Andrea Monguzzi e la Panda del magazziniere di 50 anni accusato di omicidio volontario aggravato da futili motivi.

«Non ho colpito volontariamente la moto. Non volevo fare del male al motociclista e mai avrei pensato che sarebbe successa una cosa del genere». Lo ha detto V. B., 50 anni, magazziniere di Montello, agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, nell’udienza di lunedì 16 ottobre del processo che lo vede alla sbarra per la morte di Walter Andrea Monguzzi, 55 anni, di Osio Sotto. Una banale lite stradale è all’origine della tragedia accaduta domenica 30 ottobre 2022 a Montello.

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L’imputato al volante di una Fiat Panda, la vittima in sella alla sua Bmw Gs 1200. I due hanno discusso a un semaforo rosso, pare – è l‘accusa – perché con la ruota dell’utilitaria V. B. era finito sul piede di Monguzzi. In un video delle telecamere comunali si vedono i due procedere affiancati, una volta scattato il verde. Secondo le contestazioni, il motociclista avrebbe sferrato dei calci alla portiera della Panda, l’automobilista avrebbe sterzato a sinistra facendo cadere il centauro, travolto poi da una Bmw M4 che proveniva in senso opposto. «Lui ha alzato la gamba per dare un calcio alla portiera della mia auto e si è quasi sbilanciato a sinistra. Io forse ero troppo vicino con la mia auto – ha raccontato il magazziniere –. Con la coda dell’occhio ho visto che stava cadendo. Ma ho proseguito perché pensavo fosse con un gruppo di motociclisti e uno mi stava inseguendo. Ho avuto paura. Sarei tornato più tardi».

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C’è un’intercettazione in carcere, letta in aula dal pm Letizia Aloisio, in cui V. B. farebbe capire a un compagno di cella che in auto aveva una bottiglia di birra e 5 grammi di cocaina e che era fuggito per far sparire droga e alcol, poi non ritrovati sulla Panda. A processo l’imputato ha spiegato che in carcere era stato preso di mira dagli altri detenuti e aveva voluto fornire al compagno di cella una versione da duro. V. B. era comunque risultato positivo alla cocaina subito dopo l’incidente. «L’ho presa il giorno prima, me ne ha offerto una dose un amico. Era anni che non ne facevo uso», ha dichiarato in aula. Nella prossima udienza, il 13 novembre, le conclusioni delle parti. Il 27 novembre la sentenza.

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