Travolto da un furgone, Endine piange Andrea: oggi l’ultimo saluto

ENDINE GAIANO. L’incidente nella frazione San Felice al lago: il 17enne rientrava dopo aver accompagnato una conoscente. Due pescatori: «Terribile, poteva investire anche la nostra tenda». Indagini in corso anche sullo stato del conducente. Sabato 26 agosto alle 10 i funerali nella parrocchiale di Piangaiano.

Falciato mentre camminava lungo la strada di casa da un furgone che gli è piombato addosso senza lasciargli via di scampo. È morto così l’altra notte a San Felice al lago, frazione di Endine Gaiano, Andrea Dellanoce, diciassettenne che abitava a poche decine di metri di distanza dal rettilineo in cui ha perso la vita. In base ad alcune testimonianze, pochi minuti dopo la mezzanotte di venerdì, stava camminando lungo via don Cavenaghi, a pochi metri dal lago: stava tornando verso casa, dopo aver accompagnato una conoscente che in serata era andata a trovare lui e la mamma, Barbara Tiraboschi, nella loro abitazione all’incrocio tra via Trieste e via Madonna del buon consiglio.

Dopo aver lasciato la signora, si è incamminato verso casa (percorrendo quindi via don Cavenaghi in direzione Monasterolo del Castello), ma all’improvviso è stato travolto da un furgone condotto da un ventottenne di Endine Gaiano che lo ha colpito in pieno con la parte frontale del veicolo e con il parabrezza.

Sul conducente i carabinieri stanno indagando e nei suoi confronti la Procura di Bergamo potrebbe aprire un’inchiesta formalizzando come ipotesi di reato l’omicidio stradale: alcuni testimoni hanno riferito che il giovane alla guida del furgone non fosse sobrio, e lo confermerebbe anche la dinamica dell’incidente che le testimonianze aiutano a ricostruire. Sull’asfalto, non è rimasto nessun segno di frenata; il furgone viaggiava da Monasterolo verso Endine e, oltre ad aver travolto Andrea, ha proseguito la propria corsa finendo addosso ai cartelli stradali e ai guardrail posti ai bordi dell’altra corsia di marcia fino a colpire tre auto parcheggiate a bordo strada: il veicolo condotto dal ventottenne ha centrato una Bmw che poi ha innescato, con un effetto domino, uno scontro con una Fiat Punto e una Lancia Ypsilon. L’impatto contro queste auto ha evitato che il furgone finisse sulla riva del lago dove si trovavano due pescatori dentro la loro tenda per il carp fishing: senza i veicoli posteggiati, il furgone sarebbe finito addosso a loro.

L’allarme è stato subito lanciato dagli altri automobilisti che stavano transitando lungo la strada che costeggia il lago di Endine e dai residenti di San Felice: il rumore ha svegliato i bambini che dormivano, e gli adulti che non riuscivano a prendere sonno a causa del caldo hanno subito capito che era successo qualcosa di grave. «Stavo cercando di riposare – racconta uno di loro, Francesco Zambetti – quando all’improvviso ho sentito un fracasso secco, non continuato: poi per terra ho visto Andrea, e ho riconosciuto anche il guidatore del furgone, l’ho visto tante volte». Anche il guidatore è residente a Endine Gaiano e, alcune delle persone che hanno assistito ai soccorsi, raccontano che non fosse in condizioni idonee per guidare: i carabinieri lo hanno sottoposto al test dell’etilometro.

A San Felice al Lago l’Areu, allertata dai passanti, ha mandato un’autoambulanza e un’eliambulanza per il soccorso sanitario e i carabinieri di Sovere per i rilievi del caso. Per Andrea Dellanoce però non c’è stato nulla da fare: è morto sul colpo e la salma è stata ricomposta nella chiesa di Piangaiano dove sabato 26 agosto alle 10 saranno celebrati i funerali.

«Terribile, poteva investire anche la nostra tenda»

Raffaele Amendolare e Matteo Miragoli sono i due pescatori che hanno rischiato di essere travolti, dentro la loro tenda per il carp fishing, dal furgone che ha investito Andrea Dellanoce la scorsa notte. «Ho sentito un rumore molto forte – racconta Amendolare –, da quel che poi abbiamo visto penso che il furgone abbia investito il ragazzo e poi sia come decollato, travolgendo i cartelli stradali e finendo addosso alle nostre auto: abbiamo avuto paura, se non si fosse fermato ci sarebbe venuto addosso». I due pescatori lodigiani sono saliti dalla scarpata della riva per raggiungere via don Cavenaghi: «Da quanto abbiamo visto, il conducente del furgone faceva fatica a reggersi in piedi, lo abbiamo assistito prima che arrivassero le ambulanze e i carabinieri. Più indietro di qualche metro c’erano invece altre persone, aiutavano il giovane investito, che però non dava già più segni di vita. Il furgone veniva verso Endine, il ragazzo non sappiamo. Sulla strada sono rimasti i pezzi di carrozzeria e i vari cartelli sradicati: un disastro».

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