Fiera della Bruna alpina originale. La Regina delle Alpi arriva da San Pellegrino

CLUSONE. La razza originale delle Orobie rischiava l’estinzione, ora capi raddoppiati. Alla mostra regionale vince un capo dell’azienda Giupponi.

La razza era in via di estinzione. Ma nel giro di pochi anni i capi sono quasi raddoppiati, passando da circa 1.500 a quasi 3.000. Parliamo della Bruna alpina originaria (Ob), la vacca che per secoli ha pascolato la maggior parte degli alpeggi delle Orobie e delle Alpi. Ormai mezzo secolo fa venne progressivamente abbandonata e sostituita dalla Bruna italiana, risultato anchedi un incrocio con un ceppo americano.

Domenica 29 ottobre, nei pressi dell’agriturismo «Larice» di Clusone, si è tenuta la quinta Fiera dedicata alla razza, organizzata dall’associazione «Bruna alpina originaria», con sede a Lenna. La Bruna alpina rischiava di scomparire, ormai pochissimi erano gli allevatori di questa razza, particolarmente rustica e utilizzata per secoli proprio per la sua resistenza anche in ambienti impervi come le Orobie. Soltanto la Svizzera per decenni ha voluto mantenerla. Ora anche in Italia si assiste a un suo progressivo ritorno, seppure i numeri siano ancora lontanissimi dalle Frisone, le Brune italiane e dalle Pezzate rosse, le più diffuse anche nel nostro Paese e in Bergamasca.

«Un ritorno – spiega Andrea Besana, funzionario del settore Agricoltura di Regione Lombardia, sede di Bergamo, domenica in fiera – favorito sia dagli incentivi europei agli allevatori sia perché si è capito come su certi territori sono animali che si esprimono meglio. E che anche economicamente hanno un vantaggio». La Bruna alpina (che ha doppia attitudine, sia per il latte sia per la carne) produce meno latte ma, grazie alla sua resistenza, è in grado di pascolare su alpeggi molto impervi, anche quando è in lattazione. Capacità, quindi, che in estate, per esempio, consente all’allevatore di alimentare l’animale solo a erba, caratteristica che poi si trasmette ovviamente alla qualità dei formaggi prodotti.

I premi: Reginetta, miglior mammella e Regina

Domenica 28 ottobre, dunque, la quinta Fiera della Bruna alpina originaria, organizzata dall’omonima associazione guidata da Nicolò Quarteroni, con il supporto di Daniele Negroni. Con le mostre che si tengono in Alto Adige e a Verona è ormai diventata una delle più importanti per la razza. Grande la partecipazione di pubblico, tantissimi giovani. Circa 150 i capi nel ring allestito nei pressi dell’azienda agrituristica «Larice» di Clusone, arrivati anche da fuori provincia e giudicati dal bresciano Daniele Galbardi (speaker di gara Giulio Campana).

Il titolo di Regina è andato all’azienda di Patrick ed Erich Giupponi di San Pellegrino, con Schwalbe. La stessa che ha vinto il premio per la miglior mammella. Il titolo di Reginetta (per le vacche non in lattazione) è andato a un capo dell’azienda agricola di Lorenzo Ricetti, di Sondalo (Sondrio). Premio anche per la migliore azienda, che è andato a Ignazio Carrara, di Valpiana di Serina. Azienda che nel 2022 vinse il concorso nazionale a Verona.

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