La nuova caserma di Clusone, patto rinsaldato con il territorio

IN VIA SANT’ALESSANDRO. Operativa da due mesi nell’ex Comunità montana, offre il doppio degli spazi della vecchia sede. Al lavoro 50 carabinieri per la sicurezza di 160 mila abitanti.

Operativa dal 20 novembre, la nuova caserma dei carabinieri di Clusone si consegna alla città nella sua veste quotidiana: niente inaugurazione, per ora, ma subito al lavoro, quello che impegna una cinquantina di uomini – e una donna – per la sicurezza di 160 mila abitanti. Sono quelli su cui ha giurisdizione la Compagnia di Clusone guidata dal maggiore Daniele Falcucci, mentre alla stazione afferiscono 10 comuni. «Questi nuovi spazi sono un segno tangibile della vicinanza della popolazione all’Arma – commenta il maggiore Falcucci –: consentono a chi ci lavora di farlo in un ambiente stimolante. D’altro canto, sono l’espressione anche della vicinanza dell’Arma al territorio».

In altre parole, in queste mura si esprime «un rapporto rinsaldato con la popolazione della zona Nord-Est della Bergamasca» che, attraverso le sue istituzioni, ha promosso i lavori da circa 2,6 milioni di euro, finanziati grazie al contributo di Regione Lombardia di 1,305 milioni, oltre ai fondi stanziati dalla Comunità montana Valle Seriana (proprietaria dell’edificio che ne era la sede, prima del trasferimento nell’ex Tribunale), le Comunità montane di Scalve e dei Laghi Bergamaschi e il Comune di Clusone e i 10 comuni afferenti la stazione.

Spazi più che raddoppiati rispetto alla vecchia sede di viale Venezia. Ora a disposizione ci sono 1.250 metri quadrati coperti e altrettanti scoperti: spazi operativi, camere dei carabinieri, gli appartamenti degli ufficiali, il magazzino per i mezzi. L’iter fu avviato nel 2018 su spunto dell’allora sindaco Paolo Olini. Nel 2020 l’inizio dei lavori. Poi il Covid, l’aumento del costo delle materie prime e il gelo: intoppi che hanno portato alla consegna del cantiere soltanto nel 2023. Ma ora «siamo felici che Clusone possa essere dotata di una caserma all’altezza della situazione – commenta il presidente della Comunità montana, Gian Pietro Calegari –, sono ambienti molti interessanti e i carabinieri sono contenti».

Leggi su L'Eco di Bergamo del 17 gennaio

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