Lombardini colpito con cinque coltellate, sabato i funerali a Nembro

IL DELITTO. L’autopsia sul pensionato ucciso dal figlio in Val Seriana: due ferite da punta all’addome, due al torace e una al collo. La salma alla Rsa, sabato i funerali.

Giuseppe Lombardini è stato colpito con cinque coltellate, tutte inferte di punta con un coltello per tagliare i salumi, con lama lunga una ventina di centimetri: due lo hanno ferito all’addome, due al torace e una al collo.

I funerali sabato alle 15

Questo il primo esito dell’autopsia eseguita martedì pomeriggio nella camera mortuaria del «Papa Giovanni XXIII» da Zeno De Battisti, direttore della Medicina legale dell’ospedale. La salma del pensionato di 72 anni, ucciso sabato scorso dal figlio Matteo, di 35, è stata restituita ai famigliari e questo pomeriggio sarà composta nella Rsa «Martino Zanchi» di Alzano, dove Lombardini era stato presidente per cinque anni subito dopo essere andato in pensione dalla Bas, azienda di servizi di Bergamo dove dirigeva l’ufficio personale. I funerali saranno celebrati sabato alle 15 nella chiesa parrocchiale di San Martino a Nembro.

Fuori pericolo la donna

È invece fuori pericolo la moglie Maria Angela Stella, 66 anni, colpita con due coltellate al collo e all’addome. La donna, operata sabato sera, è ricoverata nello stesso ospedale con una prognosi di 40 giorni. E resta anche lui al «Papa Giovanni», in una camera di sicurezza, Matteo Lombardini, dopo che martedì il gip Stefano Storto lo ha interrogato e ha convalidato l’arresto per l’omicidio del padre e il tentato omicidio della madre. Il giudice ha disposto la misura cautelare del collocamento in una casa di cura non appena sarà dimesso dall’ospedale, dove è ricoverato da sabato per i suoi problemi psichici. Il giovane, assistito dall’avvocato Marco Avilia, ha confessato al giudice di aver aggredito i genitori perché sentiva delle voci che gli dicevano: «Ammazza, ammazza!».

Nessun litigio prima dell’accoltellamento

Non ci sarebbe stato un litigio o un motivo scatenante all’origine del suo gesto. Sabato alle 19,40 lui e il padre erano in cucina, nell’appartamento al terzo piano di via Rossini a Viana, Giuseppe era anche andato a comprare le pizze per cena. All’improvviso le «voci» avrebbero spinto Matteo a prendere un lungo coltello da cucina e a scagliarsi contro il genitore, colpendolo cinque volte: all’addome, al torace e al collo. La madre è intervenuta per difenderlo, cercando di togliere il coltello dalle mani del figlio (nella colluttazione il 35enne è rimasto ferito alle mani) ed è stata colpita a sua volta all’addome e al collo. È riuscita ad arrivare alla porta d’ingresso e a urlare chiedendo aiuto ai vicini. In due sono saliti all’ultimo piano, un 35enne e un’assistente sociale che erano al secondo piano e hanno chiamato il 112.

Matteo da tempo soffre di problemi psichici (è seguito da uno specialista privato di Brescia), che ultimamente si erano aggravati tanto che quattro giorni prima dell’omicidio lo stesso giovane aveva voluto farsi visitare all’ospedale di Alzano chiedendo di essere ricoverato perché – ha spiegato al gip – le voci dei genitori da tempo gli davano fastidio. Non erano però emersi i presupposti clinici per un ricovero e quindi era stato dimesso con la prescrizione di una cura e l’indicazione di rivolgersi al Cps di Nembro.

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