Oasi Valpredina, la variante al Pgt «taglia» di 800 metri la fascia di rispetto

Albino, minoranze contrarie, ma il sindaco Terzi difende la scelta di ridurre le aree tutelate, da un km a 200 metri: «Vincoli eccessivi». Pradalunga pronta a fare lo stesso. l direttore della Riserva, Mauri: «Noi nemmeno convocati
per un confronto».

Sono preoccupati i consiglieri dei gruppi di minoranza «Albino progetto civico» e «Ambiente e Beni comuni», per il contenuto della variante numero 5 del Piano di governo del territorio (Pgt) che ha come obiettivo «la ridefinizione, in riduzione, della fascia di rispetto relativa all’area di tutela del Sito della Rete Natura 2000 di Valpredina». «Le motivazioni di questa riduzione non ci sono chiare – spiega la consigliera Simonetta Rinaldi –: abbiamo chiesto delucidazioni, ma dall’ufficio tecnico ci è stato detto che è una scelta di carattere politico. Abbiamo valutato la documentazione che riguarda la normativa in aree e siti di protezione e ci sembra che la loro determinazione non possa basarsi su scelte politiche, ma su criteri scientifici».

Il sindaco Fabio Terzi chiarisce che cosa «sta dietro» la variante: «È sempre stata volontà della mia amministrazione avviare la procedura per ridurre la fascia di rispetto, che riteniamo eccessiva nella sua estensione. È larga quasi un km lungo il fianco del monte Misma, al limite dell’Oasi Valpredina. Venne istituita ai tempi dell’amministrazione Carrara, ma i Comuni hanno la possibilità di variarla. All’interno della fascia valgono gli stessi vincoli stabiliti per l’Oasi e questo sta creando difficoltà ad alcuni cittadini». A detta di Terzi «il bosco all’interno della fascia è in una situazione di abbandono, non si possono rimuovere gli alberi che cadono, non si possono effettuare tagli di alberi se non con motoseghe elettriche, per non inquinare con il gasolio ed evitare rumori eccessivi. Inoltre nella valle del Lujo si sta creando una rete di allevatori interessati a riprendere l’allevamento di capre e pecore che non possono però essere fatte pascolare, così come le vacche non possono essere introdotte perché non si possono abbeverare in pozze, né si possono creare abbeveratoi artificiali. Insomma non sono concesse attività silvo-pastorali».

Affidato l’incarico

Terzi assicura che la riduzione della fascia, fino a 200 metri, non altererebbe l’ambiente: «Dal punto di vista urbanistico non cambierebbe nulla, né secondo l’aspetto venatorio, visto che questo settore è regolato da norme provinciali e regionali».

Così l’amministrazione ha avviato (già da aprile 2019) la procedura con la variante; a dicembre scorso è stato dato incarico a un professionista di effettuare una analisi degli elementi ambientali/ agronomici relativi alla Sic (Sito di importanza comunitaria) Valpredina.

«Siamo perplessi – osserva la consigliera d minoranza, Rinaldi - che si sia deciso di spendere ora circa 5.100 euro per un’analisi secondo noi inutile, visto l’abbondante materiale a disposizione in Regione e altri enti coinvolti. Ci sembra unno spreco di denaro e di lavoro per l’ente pubblico».

«Entro l’estate – prosegue però Terzi – convocheremo la conferenza di Valutazione ambientale. Peraltro condividiamo questa esigenza con il Comune di Pradalunga che approvò la fascia con l’ex sindaco Matteo Parsani». Il sindaco Natalina Valoti conferma che la sua amministrazione intende procedere nello stesso modo, anche se non è stata avviata la procedura.

«Nessun confronto»

Sulla questione Enzo Mauri, direttore della Riserva naturale di Valpredina, ha le idee chiare: «Sorprende che, anche solo per correttezza istituzionale, le amministrazioni non ci abbiano chiesto un confronto. Quello che si sta dicendo non è corretto. Tutti i progetti di azione nell’area vanno sottoposti a valutazione, come il taglio degli alberi. Abbiamo il sospetto che l’azione sia indotta dal mondo venatorio, che spinge i Comuni a posizioni contrarie alla tutela del territorio, considerando che comunque questi aspetti non sono di competenza comunale».

Su questo aspetto il consigliere delegato all’Ambiente di Pradalunga, Dario Rossi, del gruppo di maggioranza di centrosinistra (riconfermato nelle elezioni svolte nel 2019), che già nel settembre del 2018 scriveva sul notiziario comunale: «Nella fascia di rispetto, istituita nel 2011, ogni intervento (ristrutturazioni, pulizia di boschi e sentieri, concessioni per caselli di caccia) necessita di una valutazione di incidenza del gestore del Sic Valpredina oltre alle autorizzazioni del Comune, Comunità montana, Provincia, Forestali. Alcune valutazioni ed episodi hanno generato malumori: come il divieto di pascolo sulla cima del Misma e soprattutto per i cacciatori è diventato molto complicato il rinnovo delle concessioni per gli appostamenti fissi di caccia e il passaggio di proprietà (padre-figlio) per la valutazione di incidenza negativa del gestore Sic, con il manifesto intento di abolire tutti gli appostamenti fissi dalla fascia di rispetto. Tra l’altro è consentita la caccia nella fascia di rispetto, ma è ovvio che se spariscono i capanni non ci saranno più cacciatori a Pradalunga, sentinelle delle nostre colline. Sono lodevoli le attività che svolge il Sic Valpredina, soprattutto nella cura degli animali feriti e nel creare una zona di protezione e sarebbe auspicabile trovare insieme dei compromessi che permettano la vivibilità delle persone in montagna con gli obiettivi di Rete Natura 2000, però questo presuppone che siano riconosciute le pari dignità delle parti senza che qualcuno si senta depositario del sapere ambientale».

Intanto sarà pubblicata sul Bollettino di Regione Lombardia, il 7 aprile, la delibera che recepisce l’intesa tra Governo e Regioni, per armonizzare la gestione dei siti «Rete Natura 2000», sistematizza e aggiorna le procedure riguardo la Valutazione di incidenza. Compito degli enti gestori dei siti le autorizzazioni per opere edilizie, interventi manutentivi di strade, corsi d’acqua, tagli boschivi.

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