Ospedali e turni «extra»: al «Papa Giovanni» spesa di 330mila euro

IL DECRETO. Tariffe più alte per le prestazioni aggiuntive. Anaao: una panacea. «Gettonisti», alla Asst Bergamo Est 29 turni al mese in pronto soccorso.

È stato chiamato «Decreto bollette», ma in realtà contiene diversi interventi volti, come ha spiegato il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, illustrando nei giorni scorsi i provvedimenti assunti dal governo, «a limare alcune criticità presenti all’interno del Sistema sanitario». Gli obiettivi: incentivare medici e infermieri del pronto soccorso, area ospedaliera che oggi soffre più di altre della carenza di medici; sostegno al personale con l’aumento delle tariffe giornaliere orarie da 60 a 100 euro (al lordo di contributi e tasse) per le prestazioni mediche aggiuntive, cioè straordinari extra orario di servizio su base volontaria finalizzati, in particolare per abbattere liste d’attesa; «giro di vite» sui medici a chiamata (non dipendenti pagati a ore o a turno ndr) anche attraverso cooperative esterne (i cosiddetti «gettonisti»).

Le proteste

Provvedimenti che non sembrano affatto determinanti per evitare un progressivo impoverimento del Servizio sanitario nazionale: è quanto segnalano le rappresentanze della classe medica ospedaliera. E si annunciano mobilitazioni: «Il grande problema del destino del Servizio sanitario e dei professionisti che vi lavorano non è affatto affrontato, né tantomeno risolto», è in sintesi la posizione dei sindacati della dirigenza medica, sanitaria e veterinaria.

«La fuga dal servizio ospedaliero pubblico non si fermerà, se non si investe di più nella professione e nella radicale riorganizzazione di tutto il sistema – rimarca Stefano Magnone, segretario regionale lombardo dell’Anaao-Assomed, il sindacato più rappresentativo dei medici ospedalieri – . In Lombardia pagare 100 euro all’ora le prestazioni aggiuntive (ovvero gli straordinari fuori dall’orario di servizio per garantire turni e anche abbattere le liste d’attesa ndr) è una panacea. Le prestazioni aggiuntive qui già venivano pagate di più, ma il fatto è che i medici ospedalieri sono pochi, sempre di meno e sono stanchissimi. È dall’esplosione della pandemia che non si fermano. Il giro di vite sulle cooperative? Vengono limitate le possibilità di reclutamento, ma di fatto è come se si “ufficializzasse” questo tipo di prestazione esterna. E ancora, ben vengano gli incentivi per chi lavora nell’emergenza-urgenza, ma è fumo negli occhi: sono tante le specialità che hanno carenza di professionisti. La verità è che non c’è alcun progetto strutturato per il Servizio sanitario, si naviga a vista. Non si investe e non lo si dice. Per questo puntiamo a una mobilitazione generale, con il coinvolgimento della società civile».

Il quadro locale

Tornando agli incentivi per le prestazioni aggiuntive e al «tetto» ai cosiddetti «gettonisti», qual è la situazione delle tre Asst bergamasche? Per quanto riguarda i turni extra l’Asst Papa Giovanni XXIII evidenzia che per gli infermieri è in corso la valutazione delle necessità, mentre per i medici la valutazione è già stata effettuata «ed è stata recentemente trasmessa alla Regione una stima delle necessità con una richiesta di integrazione di organico da parametrare con ospedali simili regionali».

Attualmente le stime di costo per turni extra sono le seguenti: nel periodo da gennaio a fine febbraio 2023 sono stati effettuati 25 turni extra con un costo pari a 30.000 euro; nel periodo dall’1 marzo al 30 giugno sono stimati 100 turni extra con un costo pari a 120.000 euro. «Nel secondo semestre, sulla scorta dell’andamento ipotizzato, possiamo attenderci altri 150 turni extra con un costo stimato pari a 180.000 euro. Il costo complessivo stimato massimo è quindi pari a 330.000 euro annuo a cui va aggiunta la quota di Irap», si rimarca dall’Asst Papa Giovanni.

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