Scoperta una nuova specie di fiore tutta bergamasca: la Campanula Bergomensis

BOTANICA. La sua classificazione è stata ufficializzata dalla rivista «Phytotaxa». Da anni gli appassionati della Fab ne supponevano l’esistenza: la conferma grazie agli studi dell’Università di Siena.

Con un articolo pubblicato il 20 febbraio su «Phytotaxa», una delle più importanti riviste internazionali di sistematica botanica, è stata classificata la Campanula Bergomensis (Campanulaceae), una nuova specie delle Prealpi bergamasche. «Questo risultato – dice Barbara Valle, ricercatrice bergamasca dell’Università degli Studi di Siena che ha partecipato al lavoro d’équipe coordinato dal professore Marco Caccianiga dell’Università degli studi di Milano e che ha visto coinvolti 13 studiosi – è il frutto di un lavoro corale che ha visto coinvolto anche la Fab (Flora alpina bergamasca Aps, associazione che riunisce appassionati, esperti e studiosi della flora spontanea bergamasca): i membri dell’associazione sono stati i veri scopritori, dal momento che già da 10 anni avevano il sospetto dell’esistenza di questa nuova specie che è stata così denominata perché esiste, dalle conoscenze attuali, esclusivamente in Bergamasca. È proprio la Fab che ha chiesto di collaborare con l’Università di Milano e quella di Siena per andare oltre a questa supposizione, fare quindi analisi e capire se effettivamente questa fosse una specie nuova. Non è così banale stabilirlo, servono diversi elementi, ad esempio capire se da un punto di vista morfologico è diversa da tutte le specie note finora. Serve poi indagare se dal punto di vista genetico c’è differenza tra questa entità e le altre specie che si conoscono. Importante è anche cercare di capire che caratteristiche ha da un punto di vista ecologico e geografico».

Nell’articolo pubblicato viene quindi descritta una nuova specie di Campanula (Campanulaceae), denominata Campanula Bergomensis, proveniente dalle Prealpi Bergamasche, basata su evidenze morfologiche e molecolari. La nuova specie è stata considerata in passato come una popolazione isolata di Campanula cespitosa, che presenta una distribuzione alpina orientale.

«Queste popolazioni presenti sul territorio della bergamasca – continua – sono quindi diverse dalla specie affini presenti sulle alpi orientali (quella Cespitosa, ndr), in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Alto Adige, Slovenia e Austria. Sapevamo che c’era questa specie isolata a Bergamo simile alla specie sulle alpi orientali ma molto distante e con alcune differenze. Quindi l’abbiamo studiata. Facendo le analisi dettagliate abbiamo visto alcune differenze chiave da un punto di vista morfologico rispetto alla Cespitosa e allora abbiamo fatto anche le analisi genetiche confrontando la Bergomensis sia con Cespitosa ma anche con altre specie affini presenti sulle Alpi e in Europa e si è visto che anche dal punto di vista genetico vi è differenza. La campanula bergamasca è una specie a sé».

Si tratta dell’ennesimo stenoendemita (ovvero una specie la cui distribuzione è estremamente localizzata e puntiforme) orobico che rende ancora più straordinario il territorio bergamasco. «Abbiamo quindi individuato questa nuova specie – spiega Valle –, l’abbiamo analizzata e ne abbiamo fatto la descrizione pubblicandola su una rivista internazionale in modo che venisse revisionata da esperti esterni. Ora quindi la specie è riconosciuta anche a livello internazionale e dunque è ufficialmente una specie nuova. E questo è importante perché il territorio bergamasco non è un territorio poco conosciuto a livello floristico, perché è studiato da sempre (anche nell’800 venivano dalla Svizzera in carrozza ad ammirarne la flora) in quanto particolarmente ricco di biodiversità, rispetto alle Alpi. Ma questa scoperta di nuova specie dimostra che c’è ancora possibilità di trovare specie nuove. Questo significa che il lavoro di ricerca sul territorio non è ancora finito e che c’è tanto da fare da questo punto di vista. Le Orobie bergamasche meritano questo sforzo, poiché accolgono tante specie rare ed esclusive. Quindi è un hotspot di biodiversità (una regione della terra caratterizzata da livelli di diversità biologica particolarmente elevati e che è minacciata da perdita di habitat, cambiamenti climatici ed estesa perdita di specie, ndr) che pareva ben noto ma che va scoperto ancora». E tutelato. La specie, per esempio, è limitata geograficamente ed è gravemente minacciata dalle attività umane. Pertanto, è urgente adottare misure di protezione e conservazione.

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