Cronaca / Valle Seriana
Mercoledì 23 Dicembre 2020
Vaccino anti Covid in Bergamasca
Via alle adesioni tra il personale sanitario
La campagna Ats: pronti per i primi giorni di gennaio Marinoni: «Pesa però l’esclusione degli odontoiatri»
Incontri quotidiani, call ad ogni ora, interlocutori che passano di riunione in riunione. La maxi organizzazione della campagna vaccinale contro il Covid entra nel vivo, anche nella Bergamasca. Dopo l’approvazione da parte dell’Ema e dell’Aifa del vaccino prodotto da Pfizer-Biontech, la scacchiera di attori inizia a muoversi a ritmi serrati. E non tanto, o non solo, per organizzare il V-day di domenica, quando nella nostra provincia saranno somministrate le primissime 50 dosi, sicuramente all’ospedale Papa Giovanni XXIII e - conferma di ieri - all’ospedale di Alzano Lombardo. C’è da mettere il turbo, sin da ora, alla macchina che il 4 gennaio - data più plausibile per l’avvio della campagna - consentirà ad operatori sanitari e ospiti delle Rsa di ricevere il vaccino all’interno degli ospedali e delle case di riposo.
Secondo quanto ha fatto sapere la Regione, le dosi per la prima fase della campagna arriveranno agli ospedali hub fra il 28 dicembre e il 4 gennaio. Ed è proprio entro il 28 dicembre che gli hub - nella Bergamasca saranno cinque: l’ospedale Papa Giovanni XXIIII di Bergamo, l’ospedale di Alzano Lombardo, così come i presidi di Treviglio, Seriate e Piario - dovranno trasmettere a palazzo Pirelli il proprio piano di organizzazione interna per le somministrazioni. Ci sarà tempo invece fino al 4 gennaio per mettere a punto il piano per le vaccinazioni del personale e degli ospiti delle strutture non hub - i cosiddetti spoke - ossia presidi territoriali e Rsa.
«In questa fase stiamo definendo i quantitativi delle dosi che verranno gestiti dagli hub per garantire a tutti i soggetti titolati a essere vaccinati la piena operatività entro i primi giorni di gennaio - spiega il direttore dell’Ats Bergamo Massimo Giupponi -. Un lavoro su cui pesano alcuni nodi rimasti al momento irrisolti: in primis, non sappiamo con certezza quando arriveranno le dosi. In ogni caso stiamo lavorando su più livelli, e in questa fase abbiamo chiesto alle strutture spoke di verificare se potranno gestire la campagna in autonomia con spazi e personale interno ai presidi e alle Rsa».
Tutti piani che, per ora, si riferiscono alla prima sessione della maxi campagna, quella che partirà appunto a gennaio e che coinvolgerà nella Bergamasca all’incirca 27.200 persone: 15 mila medici, infermieri e operatori sanitari, 6.200 lavoratori delle Rsa e 6.000 ospiti delle case di riposo. Ma c’è da guardare, già adesso, ancora più in là: gli amministratori sanno bene che il vero ostacolo non sarà gestire la vaccinazione della prima platea all’interno degli ospedali, bensì pianificare la campagna di massa aperta a tutto il resto della popolazione, con ogni probabilità a partire dal secondo trimestre. «Ma non dovremo iniziare da zero - assicura Giupponi -. Molto del lavoro fatto per organizzare la campagna antinfluenzale sul territorio ci verrà utile. Il modello sarà quello.
Già sappiamo, per esempio, che fra città e provincia allestiremo una ventina di sedi territoriali per le vaccinazioni». Tornando però alla prima fase, quella che partirà a gennaio, adesso la palla passa alle tre Asst bergamasche: tocca a loro iniziare a raccogliere le adesioni da parte del personale sanitario. Qualcuno è già partito, qualcuno lo farà nelle prossime ore: starà ai primari raccogliere le intenzioni di medici, infermieri e del resto del personale, tenendo conto che dal Ministero si aspettano ancora alcune informazioni chiave. Fra le altre, c’è da capire se e quanto tempo è necessario aspettare fra la vaccinazione antinfluenzale - che molti operatori stanno facendo in questi giorni - e quella contro il Covid-19.
«In ogni caso ci aspettiamo che le adesioni da parte degli operatori della sanità siano estremamente ampie - dice Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo - . Non può non essere così, soprattutto nella nostra provincia. Quello che più ci dispiace è che al momento il piano nazionale non preveda dosi nella prima sessione per i medici liberi professionisti, ma soprattutto per gli odontoiatri, che devono lavorare quotidianamente con pazienti impossibilitati ad usare la mascherina. Faremo presente questa preoccupazione alla Regione, in modo che la inoltri al Ministero».
Domenica, intanto, a Bergamo si vaccineranno le primissime 50 persone, durante il V day promosso in maniera coordinata in tutta Europa a favore di telecamera. Oltre al presidente dell’Ordine dei Medici Marinoni e al collega alla guida dell’Ordine degli Infermieri Gianluca Solitro, ciascuna Asst ha selezionato simbolicamente una quindicina di operatori sanitari - fra medici e infermieri - che faranno da apripista per la campagna. I vaccini - per la Lombardia si tratta di 1.600 dosi complessive - saranno consegnati da Pfizer all’ospedale Niguarda di Milano, e saranno poi i mezzi Areu a trasportarle fino ai presidi bergamaschi. Le prime iniezioni saranno effettuate nel pomeriggio di domenica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA