“In altalena su un granello di sale”, Elsa Di Gati narra il coraggio di affrontare le proprie paure

Non sempre, quando il malessere ci assale, riusciamo a trovare la forza e il coraggio di parlarne. Capita più spesso di evitare l’argomento, nella speranza di seppellire ciò che proviamo, come se non fosse mai esistito. Lo percepiamo come un disagio che colpisce soltanto noi , mentre osserviamo gli altri affrontare con serenità le loro vite, apparentemente prive di ostacoli. Eppure, non è così: l’ ansia fa parte della quotidianità di molte persone, più di quante riescano a riconoscerlo, perfino a sé stesse. A volte è una lieve fitta allo stomaco, altre una vertigine o una morsa bloccante che ci schiaccia verso il basso, come se la forza di gravità fosse tutt’a un tratto aumentata soltanto per noi. L’ansia però ha anche un altro volto , meno conosciuto: se ben incanalata sa trasformarsi in una forza propulsiva , un’“ansia di vivere”, di ridere e scoprire, di legarsi ad affetti sinceri e concentrarsi su ciò che arricchisce il nostro stare al mondo.

Dopo l’esperienza come curatrice di “Le penultime parole famose”, il romanzo “In altalena su un granello di sale. Storia di un cervello spettinato dall’ansia” ( Gruppo Albatros il Filo , €14,90, pagg.138), è il travolgente esordio narrativo di Elsa Di Gati , giornalista, conduttrice e attualmente vicedirettrice del Daytime Rai. Un’opera che affronta con coraggiosa sincerità e ispirata ironia le innumerevoli contraddizioni e fragilità dell’animo umano.
Il libro, nato da un diario che l’autrice ha cominciato a scrivere nel drammatico periodo del Covid – per «confinare sul foglio di carta le preoccupazioni», racconta Di Gati – segue le vicende di Serena, una donna brillante ed eclettica, da sempre accompagnata da un “certononsoché” al quale non riesce a dare un nome.  

« Noi ansiosi viviamo così […] Non sappiamo mai come sarà la nostra giornata. Quando il cielo è terso, anche la più impercettibile nuvola grigia può trasformarsi in un temporale. Ne siamo assolutamente certi. Noi non distinguiamo fra un pericolo reale e ciò che consideriamo tale pur senza esserlo» così la protagonista descrive il rapporto con la sua emotività, come un’ altalena in continua oscillazione . A volte funziona tutto per il meglio, e l’ansia riesce a trasformarsi in una spinta che le permette di prendere la vita di petto e spingersi oltre i suoi limiti. Altre, invece, quella stessa spinta la scaraventa a terra, distruggendo ogni certezza.

Serena, però, non è tipo da darsi per vinta. Si interroga, si arrovella sulle ragioni che la portano ogni volta a vedere più ostacoli di quanti in realtà non ce ne siano, ma nello stesso tempo non vuole lasciarsi schiacciare da domande senza apparente risposta. Decide allora di chiedere aiuto , di iniziare un percorso di psicoterapia, per provare a rimettere in ordine i pezzi della sua anima ferita grazie alle parole.

Per raccontare il rapporto della protagonista con l’ansia, Elsa Di Gati si ispira alla sua vicenda personale. Lei stessa racconta che proprio trovare il coraggio di dare un nome, “ansia”, a quel groviglio inestricabile di emozioni, ha rappresentato « il momento della svolta , della consapevolezza e dell’identificazione del “nemico”. Come si dice, se lo conosci, lo combatti meglio». Per Serena, infatti, passare dal suo “certononsoché” a un “ soché ” rappresenta il primo, fondamentale, passo verso l’accettazione di sé.

Fedele, e quanto mai efficace, alleata della penna dell’autrice è senz’altro l’ ironia : nel fare i conti con la propria ansia, Serena cerca di non prendersi mai troppo sul serio, riconoscendo le piccole ossessioni e idiosincrasie che la attanagliano. Sorridere diventa così l’arma vincente per esorcizzarle. Talvolta, però, questo non basta, e trovare una luce in fondo al tunnel dello scoraggiamento appare davvero difficile, soprattutto nei momenti più bui, come durante lo scoppio della pandemia da Covid-19 .

Fortunatamente, nel suo viaggio Serena non è sola : al suo fianco c’è una schiera di amici e familiari, ci sono i medici con i quali confrontarsi e soprattutto c’è il marito, Massimo , che con la sua presenza a tratti silenziosa, a tratti sorniona, sa rompere gli schemi e mostrarle il lato positivo delle cose. Sarà lui stesso a prendere la parola nell’ultima parte del libro, per raccontarci la sua versione della storia, che inevitabilmente ci svelerà il tassello mancante del puzzle: Serena vista dall’esterno . Del resto, siamo davvero sicuri che le difficoltà e le emozioni così pressanti che Serena sente dentro di sé, quelle che vede unicamente come negative, siano davvero tali? Questo lo lasciamo scoprire ai lettori…

Elsa Di Gati mostra la sapienza narrativa di chi è in grado di connettersi intimamente con i sentimenti più profondi , senza timore del giudizio, ma piuttosto con la generosità di chi sceglie ogni giorno di mettersi in gioco per dare voce a chi voce non ha. Tra quadri di vita e fiumi in piena di emozioni , sempre in bilico tra il timore di lasciarsi andare e il desiderio di superare i propri limiti, “In altalena su un granello di sale” è un romanzo prezioso, a tratti liberatorio, mai retorico: un viaggio travolgente nella vita di Serena e in quella, altrettanto frastagliata, di ognuno di noi.

“In altalena su un granello di sale. Storia di un cervello spettinato dall’ansia” sarà presentato oggi, lunedì 20 novembre 2023, presso la libreria Eli di Roma , (viale Somalia 50/A) alle 18:30 . L’evento, gratuito, vedrà la partecipazione straordinaria di Tiberio Timperi come moderatore e di Flavio Insinna , dalla cui viva voce si potranno ascoltare alcuni estratti del libro. Durante la presentazione dialogheranno con l’autrice Maria Malucelli (docente di psicologia clinica) e Alessia Lautone (Direttrice dell’agenzia di stampa internazionale La Presse).
Per prenotazioni: [email protected]

La responsabilità editoriale e i contenuti di cui al presente comunicato stampa sono a cura di NEW LIFE BOOK

© RIPRODUZIONE RISERVATA