Milano-Cortina 2026: Libro bianco sulle Olimpiadi

(Arv) Venezia 11 ott. 2023  –       “La pianificazione delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 sta avvenendo senza ascoltare la gente, le associazioni e chi la montagna la vive, la conosce e la governa. A distanza di 60 anni si rinnovano gli errori di progettazione che hanno portato al disastro del Vajont”. È quanto ha affermato la consigliera regionale  Cristina Guarda  (Europa Verde) nel presentare nella sala stampa del Consiglio regionale “Ombre sulla neve: Milano-Cortina 2026. Il libro bianco delle Olimpiadi invernali”, il libro-inchiesta firmato da  Luigi Casanova , ex-presidente di Mountain Wilderness Italia ed ex-vicepresidente della Cipra (la Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi), edito da Altraeconomia. Casanova, bellunese, custode forestale delle valli di Fiemme e Fassa, mette sotto accusa la progettazione dei prossimi dei giochi olimpici invernali. Snocciolando numeri e documenti, il ‘libro bianco’ dell’ambientalista getta tre grandi ombre sui giochi Milano-Cortina 2026: non saranno Olimpiadi ‘a costo zero’, perché i costi documentati da atti istituzionali – afferma l’autore - hanno già superato i 5,3 miliardi di euro; non saranno “sostenibili”, in quanto “si è rinunciato alla procedura di Vas, valutazione ambientale strategica, impedendo così l’ascolto e il confronto con la popolazione e i soggetti interessati”, prosegue l’autore; e non lasceranno una ‘legacy’ positiva alle nuove generazioni, perché difficilmente “l'invadenza di infrastrutture insostenibili come opere stradali inquinanti concentrate sull’asse Longarone-Cortina, i palazzetti-cattedrali nel deserto e gli ampliamenti dei domini sciistici che coinvolgono tre Regioni, Trentino-Alto Adige, Veneto e Lombardia contrasteranno lo spopolamento della montagna e promuoveranno vero sviluppo nel territorio dolomitico”. Sotto la lente critica del ‘libro bianco’ sono finiti anche la scelta di realizzare il villaggio olimpico nella piana di Fiames (“Perché ignorare il villaggio Eni già realizzato a Borca di Cadore?”, domanda l’ambientalista), nonché i progetti per realizzare tre collegamenti sciistici per il carosello dell’anello dolomitico tra Veneto e Alto Adige: “interventi di impatto devastante e di dubbia sostenibilità, visto il cambiamento climatico in atto”, annota Casanova. Sarebbe stato più lungimirante investire risorse – ragiona Casanova – sull’elettrificazione e l’ammodernamento della linea ferroviaria da Venezia a Trento, visto che la Provincia autonoma di Trento ha già stanziato 60 milioni per la sua riqualificazione dal capoluogo fino a Borgo Valsugana.

“Questo libro non fa sconti –ha commentato Cristina Guarda – e dà voce alla richiesta dei cittadini di partecipare alle scelte decisive per l’ambiente, l’ecosistema e la sostenibilità della montagna. Sollecita tutti i cittadini attivi a pensare alternative per uno sviluppo diverso della montagna e lancia un monito alla politica: la partecipazione dei cittadini, di chi subisce le scelte, deve diventare metodo ordinario di lavoro. La cittadinanza non è un soggetto da interpellare solo in campagna elettorale, ma deve essere coinvolta all’interno dei processi, perchè i cittadini sanno proporre e dare il loro contributo, come dimostra questo lavoro di inchiesta reso possibile della vigilanza puntuale e documentata esercitata dalle associazioni ambientaliste e dai comitati locali delle aree montane. Purtroppo, invece, la politica spesso vive la partecipazione come un ostacolo. Invece modelli alternativi di sviluppo sono possibili: chi vive la montagna sa che alle ‘grandi opere’ e ai ‘grandi eventi’ sono preferibili piccole opere che hanno una ricaduta sociale positiva sul territorio e rispettano i valori identitari delle alte quote e i bisogni reali: servizi, sanità, lavoro, mobilità, un turismo diverso”.

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