«La ripartenza del Paese
dalla rinascita di Bergamo»

Intesa Sanpaolo, appena la pandemia si è fatta sentire è sceso in campo anche a Bergamo, aiutando di volta in volta chi chiedeva aiuto.

Dall’immediato sostegno alle realtà impegnate a fronteggiare l’emergenza sanitaria, al supporto dato al mondo produttivo per arginare un’altra emergenza, quella economica. Intesa Sanpaolo, uno dei principali gruppi bancari in Europa, con una capitalizzazione di mercato di 27,2 miliardi di euro, appena la pandemia si è fatta sentire è sceso in campo anche a Bergamo, aiutando di volta in volta chi chiedeva aiuto.

«Nella prima fase – spiega Tito Nocentini, direttore regionale Lombardia di Intesa Sanpaolo – abbiamo donato quante più risorse potevamo a chi era impegnato sul fronte sanitario. Vista la violenza della pandemia, bisognava muoversi in fretta, con azioni mirate. Poi, quando l’emergenza si è estesa anche al mondo produttivo, dialogando con le realtà del territorio, abbiamo giocato d’anticipo sviluppando diversi progetti per sostenere in particolare il tessuto economico. La salute è la priorità in assoluto, non si discute – sottolinea Nocentini –: ma poi è necessario dare una stabilità al mondo delle imprese per consentire loro di trasmettere sicurezza a chi ci lavora e alle loro famiglie, per il bene della comunità e di tutto il territorio».

Il direttore regionale di Intesa Sanpaolo, origini toscane, in questo caso preferisce non fare numeri; ricordiamo noi quanto messo a disposizione del territorio dal gruppo bancario, iniziando dalla donazione di 5 milioni di euro all’Ospedale Papa Giovanni per l’acquisizione di apparecchiature e dispositivi di protezione individuale per il personale medico. Poi, altri 350 mila euro per la realizzazione dell’ospedale dell’Associazione nazionale alpini (Ana) alla Fiera di Bergamo, che ha permesso di acquistare apparecchiature mediche diagnostiche; circa 800 mila euro versati tramite l’operazione di crowdfunding avviata sulla piattaforma della Banca forfunding; 50mila euro destinati alla raccolta fondi «Abitare la Cura» avviata dal nostro giornale, insieme a Caritas diocesana e Confindustria Bergamo per garantire l’accoglienza gratuita in strutture organizzate di pazienti ospedalieri che devono completare il periodo d’isolamento domiciliare; circa 3.000 indumenti intimi donati, in collaborazione con Gruppo Calzedonia, a pazienti Covid-19 ricoverati; contributo per la bandiera distribuita ai lettori del nostro giornale. Citiamo infine il sostegno a «Ricominciamo Insieme», progetto creato dalla Diocesi e Caritas diocesana per aiutare le famiglie in difficoltà.

«Già nel primo trimestre di quest’anno – osserva Nocentini – abbiamo sviluppato diverse iniziative per aiutare imprese e famiglie (citiamo: moratoria con la sospensione delle rate dei finanziamenti, mutui e prestiti), rafforzando spesso i provvedimenti del governo. Dei 50 miliardi di plafond che abbiamo deciso di destinare al paese, circa 13 sono per la Lombardia e Bergamo avrà un ruolo importante. Vogliamo garantire continuità e produttività, fornendo le risorse necessarie a superare la fase di crisi anche a tutela dell’occupazione. In questo senso – conclude Nocentini – sono estremamente soddisfatto della partenza della seconda fase (avvenuta ieri, ndr) del “Programma Rinascimento Bergamo”, promosso insieme al Comune di Bergamo e al Cesvi per sostenere le aziende locali. Si tratta di 22 milioni di euro (sui 30 complessivi del progetto) destinati alle micro imprese bergamasche che sapranno ripensare e riqualificare la propria attività. Credo che dietro a una crisi d’impresa, più che a un credito da recuperare, ci sia un’attività da sostenere: così lo scorso anno abbiamo salvato circa 18.500 aziende italiane dal fallimento. Sono certo della bontà del progetto Rinascimento, così come dello spirito combattivo, imprenditoriale e creativo dei bergamaschi. La rinascita del nostro paese parte dalla rinascita di Bergamo».

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