Materne paritarie
Aiuto alle famiglie

Il lockdown ha mandato in affanno le scuole per i costi e i genitori per le rette. Ora è attivo il Fondo per chi ha subito le conseguenze dell’emergenza. Dal 13 giugno via libera alle richieste on line.

Nella nostra provincia sono 227 le scuole dell’infanzia, 56 i nidi integrati, 97 le sezioni primavera, associate ad Adasm (Associazione degli Asili e scuole materne), che dal giorno 26 febbraio hanno sospeso le attività a causa dell’emergenza sanitaria. «La chiusura delle scuole, frequentate da 20.928 bambini (18.116 all’infanzia, 1.352 nelle sezioni primavera, 1.460 al nido) – spiega il presidente Adasm Giovanni Battista Sertori – ha portato ad attivare nuove modalità per essere vicini ai bambini. Pregevoli le iniziative che sono state messe in atto da parte di molte scuole, anche grazie all’impegno del personale che pur in cassa integrazione si è fatto carico volontariamente e gratuitamente di mantenere i contatti con bambini e famiglie con proposte di attività da svolgere insieme».

Per le famiglie e per le scuole il lockdown rappresenta un problema economico notevole: «La situazione che stiamo vivendo ha evidenziato ancor più la disparità in atto all’interno del sistema pubblico integrato che, con la legge di parità, chiede uguali doveri, ma che nei fatti non riconosce uguali diritti alla scuola paritaria, al personale docente e non docente che vi lavora e ai genitori. Le nostre scuole ricevono dallo Stato 500 euro a bambino all’anno, a fronte di un costo dichiarato dal ministero di 5.278,41 bambino/anno che frequenta la scuola statale a cui bisogna aggiungere poi i costi a carico dei comuni».

Le scuole paritarie si sostengono attraverso la retta, il volontariato di molte persone a partire dal Cda e l’aiuto delle parrocchie e dei comuni. Nel periodo di sospensione delle attività didattiche «le scuole – prosegue Sertori – si sono attivate per ridurre o azzerare le rette, secondo scelte differenti da scuola a scuola. Alcune hanno attuato una significativa riduzione della retta, altre hanno deliberato l’azzeramento totale della quota versata dalle famiglie. Le decisioni di richiedere parte della retta è stata in funzione di un aiuto di cui la scuola ha avuto bisogno soprattutto quando è stata chiamata ad anticipare ai dipendenti l’80% dello stipendio». L’impegno è però quello di restituire alle famiglie le rette, nel momento in cui arriveranno contributi statali, infatti «le nostre scuole sono senza fine di lucro, non stanno operando per un proprio guadagno, ma sono nate e continuano il loro impegno come prezioso servizio alla comunità cristiana e a tutto il territorio di cui sono espressione».

Per aiutare le famiglie in questo momento è nato il fondo «Ricominciamo insieme – Sostegno alle generazioni nella famiglia», promosso dalla Diocesi di Bergamo che anche grazie a Caritas Diocesana Bergamasca, Associazione Diakonia Onlus, Conferenza Episcopale Italiana, enti e privati mette a disposizione 5 milioni di euro, a cui si è aggiunta una donazione uguale da parte di Intesa San Paolo. Da ieri è possibile inoltrare le richieste on line, o attraverso i Centri Ascolto o rivolgendosi alla parrocchia. Obiettivo contribuire a farsi carico delle principali voci che gravano sul bilancio familiare, dall’affitto della casa e delle spese ad essa collegate (mutuo, energia elettrica, gas, acqua, alimentazione), alla scuola (retta, mensa, libri, sussidi vari, supporto per sostegno psicologico o sostegno di recupero scolastico), al lavoro, fino alle attività estive.

Ed anche in questo ultimo campo, le scuole paritarie si stanno già preparando: «Molte scuole si apprestano a organizzare le attività estive nel rispetto della normativa nazionale e regionale che comporta la formazione di piccoli gruppi di bambini con il rapporto di un docente ogni 5 bambini, la riorganizzazione degli spazi e nuove regole per la tutela della salute. I costi conseguenti saranno elevati e le amministrazioni comunali dovranno intervenire per un aiuto alle famiglie che potranno utilizzare anche il bonus baby sitter».

La riapertura a settembre pone fin da ora tante preoccupazioni. Da un lato economica: «I costi di gestione – dice Sertori – aumenteranno in modo importante e non è pensabile che ricadano sull’Ente gestore. Per questo ci si sta muovendo a livello nazionale e regionale perché le istituzioni conoscano il problema e predispongano adeguati interventi. Forse questo momento di difficoltà può essere occasione per riportare all’attenzione delle comunità cristiane il senso della presenza di queste scuole nel territorio e la necessità che le comunità le sostengano». Ma Adasm sta in particolare pensando a un nuovo progetto educativo che ponga al centro i bimbi chiamando in causa la famiglia con cui stringere un’alleanza forte. «Il Progetto pedagogico-didattico con gli opportuni adeguamenti organizzativi, che non snatureranno la nostra proposta – conclude Sertori – dovrà tenere in considerazione non solo il bisogno dei bambini di riappropriarsi della normalità e del loro diritto al gioco, ma anche di demitizzare la paura che hanno in prima persona vissuto e che hanno visto nei comportamenti e ascoltato nelle paure dei genitori».

© RIPRODUZIONE RISERVATA