Se è ormai da più di vent'anni che abbiamo imparato a leggere il Dna, è da appena dieci anni che abbiamo iniziato a riscriverlo. Risale infatti al gennaio del 2013 la pubblicazione delle prime ricerche che dimostravano l'applicazione su cellule umane e animali della Crispr, la tecnica che 'taglia e incolla' il Dna. Una rivoluzione per l'ingegneria genetica, premiata con il Nobel nel 2020, che ha gettato le basi per terapie innovative contro malattie genetiche, infettive e tumori, ma che ha anche aperto la strada a colture e allevamenti più resistenti e alla possibilità di salvare specie in via di estinzione.
Quello che abbiamo visto finora "è solo l'inizio", scrive su Science una delle due 'mamme' della Crispr, la chimica premio Nobel Jennifer Doudna dell'Università della California a Berkeley, che insieme alla sua collaboratrice Joy Wang traccia un bilancio di questi dieci anni delineando le sfide per il futuro.
Le applicazioni in ambito clinico della Crispr, ricorda Doudna, hanno aperto la strada a sperimentazioni per il trattamento di molte malattie come l'anemia falciforme e la beta-talassemia, l'ipercolesterolemia familiare, i tumori e l'infezione da Hiv. La Crispr ha consentito progressi nella zootecnia e in agricoltura, permettendo di ottenere per esempio bovini dal mantello liscio e pomodori più nutrienti. Ha inoltre stimolato la ricerca nel campo della biologia molecolare e cellulare, alimentando la pubblicazione di migliaia di studi e fornendo input per molte aziende. "Tuttavia la tecnologia Crispr e il suo impatto potenziale sono ancora agli inizi", sottolinea la premio Nobel.
"Nel prossimo decennio, la ricerca sull'editing genetico e le sue applicazioni continueranno ad accelerare e si intersecheranno sempre più con i progressi delle tecnologie come l'apprendimento automatico, l'imaging di cellule viventi e il sequenziamento del Dna sempre più rapido ed economico", scrive Doudna su Science. "Così come il decennio trascorso si è focalizzato sulle piattaforme della Crispr, il decennio prossimo applicherà sempre più queste piattaforme per avere un impatto sul mondo reale". Tante le sfide urgenti che restano da affrontare, come la riduzione dei costi e "il miglioramento dell'accuratezza e della precisione dell'editing".
E’ dello stesso parere anche Giuseppe Novelli, genetista dell'Università di Roma-Tor Vergata e presidente della Fondazione Lorenzini. "Certamente per i prossimi dieci anni ci aspettiamo che si realizzino gli scenari delineati da Jennifer Doudna, ma dobbiamo ancora affinare il metodo di scrittura del Dna", commenta l’esperto. "Ad esempio sappiamo che l’epigenetica (il 'vestito' che indossano i geni) può influenzare l’efficienza di scrittura: studi recenti hanno dimostrato che la metilazione del Dna e le caratteristiche della cromatina potrebbero portare a variazioni sostanziali nell'efficienza della 'riscrittura' fino a 250 volte, favorendo talvolta errori che potrebbero ridurre l’efficienza della tecnica. Ma sono certo che questi aspetti saranno superati".
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