Ok alla missione Dragonfly su Titano, una delle lune di Saturno

La Nasa ha confermato la missione Dragonfly, che esplorerà Titano, una delle lune di Saturno, grazie ad un velivolo a propulsione nucleare: la partenza è slittata rispetto a quanto inizialmente previsto da luglio 2027 allo stesso mese del 2028, mentre la missione dovrebbe giungere a destinazione nel 2034. La conferma è arrivata nonostante i costi complessivi di Dragonfly siano raddoppiati rispetto al momento della sua selezione come missione di frontiera, avvenuta nel 2019: la stima attuale prevede un costo per il progetto di circa 3,35 miliardi di dollari.

Nel suo annuncio di conferma, la Nasa ha attribuito questo aumento a diversi fattori, tra cui la ripianificazione dovuta a vincoli di budget, gli impatti della pandemia da Covid-19, i problemi attuali nella catena di approvvigionamento dei materiali e una revisione approfondita della missione. Questo costo elevato, insieme alle maggiori pressioni sul bilancio dell’Agenzia, avrà implicazioni anche per i programmi futuri: ad esempio, la presentazione dei nuovi progetti per le missioni di frontiera, prevista per il 2023, è stata ritardata a non prima del 2026.

Nonostante ciò, la Nasa continua a sostenere la missione. “Dragonfly è una missione scientifica spettacolare con un ampio interesse comunitario e siamo entusiasti di compiere i prossimi passi in questo progetto”, afferma Nicola Fox, amministratore associato per la scienza dell’Agenzia. “L’esplorazione di Titano – aggiunge Fox – spingerà i confini di ciò che possiamo fare con i velivoli ad ala rotante al di fuori della Terra”. Per consentire a Dragonfly di arrivare sulla luna di Saturno nei tempi stabiliti nonostante la partenza ritardata, la Nasa intende utilizzare un lanciatore pesante, cioè un vettore spaziale in grado di sollevare carichi tra le 20 e le 50 tonnellate.

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