Prima luce per il telescopio spaziale italiano Hermes

Prima luce per il telescopio spaziale italiano Hermes a bordo del satellite australiano SpIRIT (Space Industry Responsive Intelligent Thermal), lanciato in orbita lo scorso dicembre. Lo strumento dell’Agenzia Spaziale Italiana e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, progettato per scansionare il cielo alla ricerca di lampi di raggi gamma, ha raccolto i suoi primi fotoni in modalità osservazione per circa 10 minuti, fornendo importanti informazioni per gli altri sei satelliti della costellazione Hermes Pathfinder che saranno lanciati nei prossimi 12 mesi. Lo comunicano Asi e Inaf insieme all'Università di Melbourne.

SpIRIT è un satellite di quasi 12 chilogrammi sviluppato da un consorzio che comprende l'Università di Melbourne, l'Asi, Inovor Technologies, Neumann Space, Sitael Australia, Nova Systems in Australia, nonché l'Inaf, la Fondazione Bruno Kessler, l'Università di Tubinga e i loro partner. La fase di calibrazione di SpIRIT e dei suoi carichi utili prima della piena operatività è ben avviata, con gli sforzi concentrati sulla verifica di funzionalità via via più complesse. Oltre il 95% dell'hardware funziona nominalmente, incluso il 'cuore' della missione, il nuovo telescopio spaziale Hermes in grado di rivelare fotoni di energia dai raggi X ai raggi gamma.

“Il risultato dell’analisi dei dati della prima luce è stato entusiasmante", spiega Simonetta Puccetti, responsabile scientifica di Hermes Pathfinder per l'Asi e responsabile del Science Operation Center di Hermes. “Da un oggetto così piccolo stiamo ottenendo dati di qualità scientifica comparabile con quella di satelliti di dimensioni considerevolmente maggiori".

Lo strumento Hermes è stato progettato per scansionare il cielo alla ricerca di lampi di raggi gamma che si creano quando le stelle muoiono o si scontrano e, per un attimo, emettono più energia di un'intera galassia. Queste osservazioni possono essere fatte solo da telescopi spaziali e sono fondamentali per la comprensione della fisica estrema. Lo strumento sarà presente su tutti i satelliti della costellazione Hermes Pathfinder, che sarà in grado di scansionare simultaneamente una grande area di cielo alla ricerca di lampi di raggi gamma e di localizzarli grazie all’analisi dei diversi tempi di arrivo del segnale della sorgente su almeno tre satelliti.

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