Combustibili alternativi: vince Tavernola
Il cementificio si arrende dopo 30 anni

Dopo quasi trent’anni si chiude definitivamente il capitolo del dibattuto, controverso e a lungo osteggiato utilizzo dei combustibili alternativi quale fonte energetica nel processo di produzione del cemento nello storico stabilimento di Tavernola.

Questione che ha tenuto banco per decenni, con forti prese di posizione da parte dei cittadini (recepite dalle diverse amministrazioni che si sono succedute), nettamente contrari come emerso dalla consultazione popolare del 2007, quando erano stati oltre l’80% i «no» a qualsiasi tipo di sperimentazione di combustibili alternativi. «No» che si è rafforzato nel corso degli anni, spingendo i sindaci del Sebino - bergamaschi e bresciani -, a esprimersi con apposite delibere di Consiglio indirizzate agli enti sovraccomunali.

Molte anche le azioni intraprese da parlamentari, da consiglieri provinciali e regionali di differenti posizioni politiche a sostegno delle richieste di cittadini e amministratori. A porre la parola fine è stata la stessa proprietà del cementificio - il Gruppo Sacci -, con una rinuncia scritta dell’8 gennaio scorso indirizzata alla Provincia e al Comune: «Si comunica che la scrivente rinuncia, oltre alla combustione delle farine e grassi animali, anche alla sperimentazione del coincenerimento di Cdr/Css e gomme triturate (entrambi rifiuti) di cui alla deliberazione della presidenza del Consiglio dei ministri».

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