L’avventura del chirurgo-speleologo
tra le meraviglie sotterranee della Cina

Nelle memorie dal sottosuolo di Marco Zambelli, chirurgo dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, c’è una pagina di Cina che sa di meraviglia, di scoperte sensazionali, di emozioni vissute scrutando «cieli» scolpiti in pietra levigata dai millenni.

Dall’altra parte del mondo, tra le viscere del mondo. Grotte, sotterranei, caverne del Guangxi, nel sud del Paese, vicino al confine col Vietnam, per diciassette giorni, dal 9 al 26 marzo 2017. Una dozzina di europei, «pionieri» dei giorni nostri, membri del «Sous le Karst Exploring Team», realtà attiva da oltre venticinque anni nel mondo delle esplorazioni sotterranee, ha tracciato «sentieri» mai percorsi, scoprendo dieci chilometri di gallerie dove i passi dell’uomo non si erano ancora appoggiati, fino a quel momento. Nel gruppo, appunto, c’era anche Marco Zambelli, 47 anni, medico in città per professione, sarnichese per residenza, speleologo per passione.

Per il gruppo, si è trattato della terza volta in quel vasto spicchio fascinoso del globo: nel 2012 una prima esperienza nell’area di Fengshan, sempre nel Meridione del Paese, stesso luogo in cui si è tornati nel 2015, quando – in una grotta di Nongluidong – venne scoperta una «sala», cioè una «stanza», di 400 metri di lunghezza per 170 di larghezza. Sessantaseimila metri quadrati, una delle più grandi al mondo.

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