«Slot machine aumentate con Renzi
Con i casinò ci sarebbe più controllo»

«Nei vari record negativi, il governo Renzi può annoverare anche quello relativo alle slot machine. Infatti, dalle 340 mila di novembre si è passati alle attuali circa 425 mila, un numero mai raggiunto in Italia» sottolinea il deputato bergamasco di Forza Italia Gregorio Fontana.

«Questi dati confermano sia l’allarme che avevamo lanciato mesi fa su quanto fosse in crescita questo fenomeno sia che il governo non ha adottato nessuna norma efficace per contrastare questa tendenza».

«È assurdo che a intervenire debbano essere Regione e Comuni, quando basterebbe poco a livello centrale per garantire una regolamentazione più seria ed efficace. Anche nell’ultima legge di stabilità, l’Esecutivo, pensando di far cassa ha lasciato scadere un’occasione unica data dalla legge delega sul riordino dei giochi. Cercando di mettere in campo una sanatoria che non ha portato nuovi incassi, ma solo altre slot installate».

«Adesso, occorre invertire al più presto questa gestione scellerata delle sale da gioco, con una drastica limitazione delle licenze e confinare il gioco d’azzardo in zone definite e controllate. In Italia si potrebbe rivedere in via sperimentale l’apertura dei casinò. In provincia di Bergamo, per esempio, la riapertura del casinò di San Pellegrino potrebbe essere un elemento importante in grado di completare l’offerta turistica del territorio».

« Di fronte ai dati complessivi e alla preoccupazione del proliferare di slot machine in modo così capillare e incontrollato, occorre andare oltre quel pregiudizio ideologico superato e anacronistico che fino ad oggi ha bloccato la riapertura delle case da gioco. Nel caso di San Pellegrino - conclude Fontana - si tratterebbe di mettere a frutto gli investimenti già fatti sul territorio, compresi i rilevanti stanziamenti per la riapertura del Grand Hotel, e di ridare una funzione a un edificio di grande valore storico e artistico. Il futuro dovrebbe essere quello di sale da gioco controllate dal governo, ma gestite da privati, in modo da funzionare con una logica d’impresa».

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