Un «cuore matto» a Compostela
Reduce da infarto, 800 km sul cammino

Lo aveva giurato alla moglie Monica e ai due figli, Alice e Nicola. La scorsa estate durante un viaggio di vacanza in Spagna aveva visto alcuni pellegrini, sotto un sole rovente, lungo il cammino di Santiago de Compostela: «Questi sono pazzi», li aveva apostrofati. Poi però ci ha ripensato e, «cuore matto» qual è da ex infartuato, ha deciso che - anche con un pizzico di follia - quella sfida avrebbe potuto ripeterla anche lui. E così è stato.

Stamattina, lunedì 16 maggio, Sergio Accardi, 56 anni, medico di Zogno, assieme agli amici di un’avventura estenuante - Rita Galizzi e Amerigo Mazzoleni, entrambi di Bergamo - raggiungerà Santiago de Compostela: in tutto la bellezza di ottocento chilometri coperti, partendo dalla Francia, in 50 giorni esatti.

«Quattro anni fa sono stato colpito da infarto - dice Accardi -. È stata un’esperienza molto dura. Ho pensato a questa sfida per me stesso, ma anche per far capire a tutti che la vita riserva sempre nuove emozioni, nuove occasioni e io ho voluto coglierla». Quella di mettersi in cammino per quasi due mesi è stata comunque una decisione ben ponderata.

Del resto Accardi, medico di base, può considerarsi uno sportivo, un atleta preparato. Da giovane è stato paracadutista nel Tuscania e nel 2012 ha preso parte ai campionati del mondo medici di corsa su strada in Val di Fiemme. A questo cammino, Accardi ha voluto dare anche un’impronta di solidarietà, raccogliendo fondi a favore della Fondazione Internazionale Onlus «Aiuti per la ricerca sulle malattie rare» Armr e l’associazione Free Wheels Onlus.

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