Alpini già al lavoro a Colere - Foto
Si restaura la croce dei minatori

Dalla fine della raccolta fondi ai lavori in corso sono passate solo poche ore. Solo gli alpini possono essere così propositivi e ora la croce dei minatori di Colere tornerà al suo splendore, simbolo di determinazione e di una Bergamasca vera e tenace.

È stato infatti raggiunto il traguardo dei 5 mila euro per la sistemazione della croce di Colere e subito gli alpini hanno avviato il cantiere, a due passi dal Rifugio Albani.

Venerdì sul portale de L’Eco Kendoo.it si è completata la raccolta dei fondi per il consolidamento e la ristrutturazione della croce che, costruita nel 1951 dai minatori della Presolana, ora versa in pessime condizioni sia strutturali che di stabilità nelle fondazioni. Dunque L’Eco, gli alpini di Colere e il Cai si sono «alleati» per questo significativo progetto. Le donazioni sono cominciate il 4 maggio, e da allora, passo dopo passo, si è costituito il fondo necessario. Grazie anche all’intervento di tanti «anonimi» e della generosità di alcuni «fornitori».

Come l’alpinista Simone Moro, che ha prestato il suo elicottero per il trasporto in quota del necessario; come l’impresa Poloni di Alzano, che ha offerto i materiali, l’impresa Fratelli Abati di Colere che ha offerto il noleggio dei ponteggi, o il Rifugio Albani, che garantirà l’ospitalità agli alpini nei due weekend di lavoro.

Tutto perché, come ha scritto ieri l’ex sindaco di Colere Angelo Piantoni, «al di là del valore religioso, la croce dei minatori è una delle testimonianze di quel nostro passato, di sacrifici immani, di povertà,di un lavoro duro pericoloso e faticoso; anche di quei tanti morti che per causa della miniera lasciarono vedove e nidiate di bambini. Tutto ciò va conservato e lasciato a memoria per le future generazioni. Perché sappiano!».

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