Gandino torna medievale
Rivivono le antiche porte

La mostra. Erano 16, ne sono rimaste soltanto quattro. Nelle tavole illustrate da Bepi Rottigni «parlano» anche torri e opere di difesa. Sui 20 pannelli il Qr code.

È in programma fino al 13 marzo a Gandino, nella Sala Ferrari di piazza Vittorio Veneto (orari dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18) l’esposizione di 20 pannelli illustrati relativi al percorso «Gandino Medievale», promosso dal Comune all’interno del centro storico, in collaborazione con la Pro loco.

«Con le sue quattordici chiese e gli innumerevoli palazzi – spiega Antonio Rottigni, delegato al Turismo – Gandino è uno scrigno a cielo aperto di testimonianze architettoniche medievali e rinascimentali. Lo stesso impianto urbanistico risale a quel periodo e in particolare alla cittadella fortificata illustrata nella grande mappa comunale “Misura e Pianta della spettabile Comunità di Gandino” del 1747. Delle sedici porte (esterne ed interne) di cui era dotata Gandino con Cirano, oggi è possibile ammirarne solo quattro, di cui la principale dà accesso alla piazza del Municipio. Essa fu però modificata nel 1960 per consentire il transito carrale. Nel secolo scorso, rispettivamente nel 1919 e nel 1955, furono abbattute anche la Porta di Cima Ripa e quella di Porta Pozzo vicino all’asilo».

Ecco allora l’idea di proporre, sul posto, pannelli che ricordino la storia dei luoghi, ma che soprattutto mostrino una ricostruzione illustrata degli antichi manufatti, affinchè turisti e residenti possano immaginare il contesto in cui Gandino ha scritto la propria storia. A raccogliere la sfida è stato soprattutto Bepi Rottigni, artista e fotografo locale, che negli ultimi decenni ha raccolto una mole significativa di notizie documentali negli archivi incrociandole con una serie di sopralluoghi che confermano l’esistenza di archi, «chiamate» e murature su edifici attuali.

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