Premolo ricorda «ol pret di Bà»
con il video del giornalista Fornoni

Venerdì 6 novembre alle 20,30 nell’Aula Magna della scuola elementare, Premolo ricorda la figura storica e spirituale di don Francesco Brignoli, da tutti ricordato semplicemente come «ol pret di Bà».

L’appellativo deriva da Bani (Bà), frazione di Ardesio, di cui don Francesco era parroco. In Alta Valle Seriana tutti hanno sentito parlare di lui, la sua notorietà non si è spenta con la sua morte avvenuta nel lontano 1934, al cui funerale parteciparono in condizioni climatiche avverse migliaia di persone.

Giorgio Fornoni, noto giornalista originario di Ardesio, ha provato ad illustrare in un documentario i comportamenti e le opere di quel «Santo prete di montagna», tanto amato e seguito dai fedeli di ieri e di oggi. Il video verrà trasmesso durante la serata. Il prezioso lavoro di ricerca che Fornoni mette a disposizione della comunità mostra un uomo in grado di smuovere le coscienze per mezzo della preghiera e dell’intimo dialogo con Dio. Egli stesso infatti era solito dire che «l’aspetto spirituale è ciò che di più importante esista nella vita: il mondo infatti prima illude, gratifica ed incensa per poi divenire indifferente».

Francesco Giuseppe nacque a Peia in Val Gandino nel 1853 e crebbe in un ambiente agreste e laborioso. La devozione per la Vergine Maria contribuì all’affermarsi della sua vocazione e a 16 anni decise di entrare in seminario. Erano anni difficili quelli che seguivano l’Unità d’Italia. A causa della questione romana il clero subiva soventi vessazioni dal Regno. Lo stesso Seminario vescovile di Bergamo dovette chiudere e subire il sequestro dei beni. Fu così che soltanto dal 1874 il futuro «preot di Bà» potè dedicarsi con regolarità agli studi teologici, fino a quando, nel 1880, venne ordinato sacerdote e gli fu assegnata per cinque anni la parrocchia di Barzizza. Passò poi a Peia, il suo paese natale, dove contribuì direttamente ai lavori per la costruzione della strada che unisce Peia a Leffe. Purtroppo le fatiche provate minarono la sua salute già cagionevole e nel 1890 dovette accettare come nuova destinazione la piccola parrocchia di Bani, dove sarebbe rimasto per oltre 40 anni.

Arrivò povero e tale sarebbe rimasto per sempre. Aveva una ricchezza diversa da offrire: il dono della cura pastorale e di una grande umanità. Isolato tra le montagne, don Francesco riacquistò la salute e conquistò il cuore di tutti; la sua fama si diffuse in tutta la vallata. L’attenzione con cui si dedicava ai problemi altrui, la carità e l’innata dote di pacificatore era proverbiale e in moltissimi si recavano da lui alla ricerca di consigli e conforto. Povero tra i poveri, «ol preot di Bà» si prodigava sempre nell’aiuto concreto e materiale di tutti coloro che a lui si rivolgevano ed ogni donazione era destinata ad opere caritatevoli e di pubblica utilità.

Sempre attento ai problemi concreti, collaborò disinteressatamente a risolvere importanti questioni di natura amministrativa, quali la costruzione di strade, l’ingrandimento del cimitero e la fornitura di acqua potabile e dell’illuminazione elettrica. Don Brignoli finanziò inoltre gli studi di 72 seminaristi. In segno di gratitudine, ancora oggi i seminaristi di Bergamo si ritrovano annualmente a Bani per un periodo di ritiro spirituale. Diceva di lui papa Giovanni XXIII: «Oh quanto bene ha compiuto quel sacerdote che tutti chiamavano l’uomo dei miracoli, ma che io ho sempre detto l’uomo della preghiera». Pare che «ol pret di Bà» non sia stato ancora dimenticato: la sua antica religiosità è capace ancora di emozionare e suscitare interesse. Anche tra i cittadini di Premolo, che a lui dedicano una speciale serata con la proiezione del documentario realizzato da Giorgio Fornoni.

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