"Fra Bresciano e Bergamasca un bar o un ristorante su 3 è legato alla mafia". Lo diceva nel 2014 Sandro Raimondi, procuratore aggiunto di Brescia. Secondo il rapporto 2012 di SOS Impresa, in provincia erano oltre mille i commercianti vittime di usura ed estorsione. E ancora: 64 delle aziende impegnate per Expo e Brebemi sono state colpite da provvedimenti emessi dalla Direzione Investigativa Antimafia: di queste, 11 avevano sede a Bergamo. Il titolare di una ditta che aveva il subappalto per l'impianto di climatizzazione della Carrara è finito in carcere, e due suoi complici erano legati alla camorra. Lo scorso anno la procura di Cremona ha scoperto un'organizzazione mafiosa che avrebbe gestito società attive nella movimentazione terra, che si sono insinuate, sosteneva il procuratore, "anche nel cantiere dell'ospedale di Bergamo". Questi sono alcuni dei fatti contenuti nel dossier realizzato da Libera, che dimostrano come la presenza della criminalità organizzata in Bergamasca sia articolata. Tutto ha inizio negli anni Sessanta, con il 'confino' che ha consentito a esponenti di spicco delle famiglie mafiose di insediarsi in terra orobica. Da allora, gli affari sono stati sempre più floridi: dai sequestri di persona al traffico di stupefacenti, dallo sfruttamento della prostituzione al pizzo. Negli anni si sono aggiunti edilizia, gioco d'azzardo, riciclaggio di rifiuti. Nelle relazioni di Direzione Distrettuale Antimafia, così come in interventi in Commissione parlamentare si fa regolaremente riferimento a Bergamo come a un territorio di profondo radicamento della criminalità organizzata. I fatti contenuti nel dossier erano sotto gli occhi di tutti. In molti, però, hanno deciso di guardare altrove.
"Fra Bresciano e Bergamasca un bar o un ristorante su 3 è legato alla mafia". Lo diceva nel 2014 Sandro Raimondi, procuratore aggiunto di Brescia. Secondo il rapporto 2012 di SOS Impresa, in provincia erano oltre mille i commercianti vittime di usura ed estorsione. E ancora: 64 delle aziende impegnate per Expo e Brebemi sono state colpite da provvedimenti emessi dalla Direzione Investigativa Antimafia: di queste, 11 avevano sede a Bergamo. Il titolare di una ditta che aveva il subappalto per l'impianto di climatizzazione della Carrara è finito in carcere, e due suoi complici erano legati alla camorra. Lo scorso anno la procura di Cremona ha scoperto un'organizzazione mafiosa che avrebbe gestito società attive nella movimentazione terra, che si sono insinuate, sosteneva il procuratore, "anche nel cantiere dell'ospedale di Bergamo". Questi sono alcuni dei fatti contenuti nel dossier realizzato da Libera, che dimostrano come la presenza della criminalità organizzata in Bergamasca sia articolata. Tutto ha inizio negli anni Sessanta, con il 'confino' che ha consentito a esponenti di spicco delle famiglie mafiose di insediarsi in terra orobica. Da allora, gli affari sono stati sempre più floridi: dai sequestri di persona al traffico di stupefacenti, dallo sfruttamento della prostituzione al pizzo. Negli anni si sono aggiunti edilizia, gioco d'azzardo, riciclaggio di rifiuti. Nelle relazioni di Direzione Distrettuale Antimafia, così come in interventi in Commissione parlamentare si fa regolaremente riferimento a Bergamo come a un territorio di profondo radicamento della criminalità organizzata. I fatti contenuti nel dossier erano sotto gli occhi di tutti. In molti, però, hanno deciso di guardare altrove.