Atalanta, bene il primo passo in Coppa. Riflessioni su Miranchuk, Maehle, Sutalo (e Caldara) e Lammers

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L’Atalanta ha fatto il suo dovere. Il Cagliari molto meno, ma quel che conta era passare il turno, fare il primo passo su una strada che non si sa dove potrà portare, ma intanto va percorsa perché il tabellone l’ha messa abbastanza in discesa. Vedremo quale sarà l’avversaria, se Parma o molto più probabilmente Lazio. Però quasi ogni partita ha riservato sorprese, finora: chissà. Contava portarla a casa e dal punto di vista tecnico non c’è molto da dire, se non che l’impatto positivo sulla partita ha detto che all’Atalanta questa competizione interessa, e che niente va lasciato sul terreno: superati i quarti sarà già semifinale, cioè una partita pesantissima nel bilancio di una stagione. Vero che la Champions porta più prestigio e soprattutto più quattrini, ma se l’Atalanta vuol completare i miracoli di questi anni deve puntare a raddoppiare i trofei in bacheca. Ce n’è solo uno, dal 1963.

Detto questo, questa partita qualche spunto di riflessione l’ha comunque offerto. Eccoli, punto per punto: Miranchuk, Maehle, Sutalo e Caldara, Lammers.

1. Miranchuk ha i numeri

Gol all’esordio in Champions, gol all’esordio in campionato, gol all’esordio in Coppa Italia. Poi, in mezzo, qualche spezzone di partita e un po’ di dubbi sulla sua «velocità» nell’adattarsi alla Serie A. Però il giocatore c’è e su questo non ci possono essere dubbi, ormai. Lo vedremo esplodere col tempo, speriamo. Ma la sensazione è che alla lunga - magari risolti i problemi con la lingua e soprattutto entrato a pieno nei meccanismi del gioco - vedremo un grande giocatore con la maglia dell’Atalanta.

2. Maehle maturerà

Perdonate il gioco di parole dell’intertitolo. Ma la partita, ancorché impegnativa fino a un certo punto, ha confermato la buona impressione dell’esordio: Maehle può essere l’esterno che mancava a questa squadra dopo l’addio di Castagne. Quel che piace, al di là di fisico e tecnica, è la sensazione di un giocatore applicato, concentrato per entrare rapidamente nel gioco dell’Atalanta. E pare riuscirci bene, al netto delle fisiologiche difficoltà degli inizi.

3. Il quinto difensore...

La difesa ha quattro titolari per tre posti: Djimsiti, Palomino, Romero, Toloi in rigoroso ordine alfabetico. Poi c’è il tema del quinto difensore. Caldara, sul cui rientro si conta molto, forse non è ancora pronto. Incrociamo le dita, ma col Cagliari ce lo si aspettava titolare e invece no, nemmeno in distinta per un nuovo fastidio al ginocchio. La speranza è che non sia nulla di nuovamente grave, perché la prestazione di Sutalo, al di là del gol, ha messo in evidenza incertezze non compatibili con gli obiettivi dell’Atalanta. Se Caldara avesse bisogno di altro tempo, sul quinto difensore occorrerebbe una riflessione.

4. Lammers, fermo

Vero che Muriel ogni tanto ha bisogno anche di una partita intera, ma forse, dato l’affollamento del calendario, questa poteva essere l’occasione per vedere Lammers all’opera. Almeno per uno spezzone. Invece, nemmeno un minuto. Ecco: questa forse è la nota stonata della serata, perché Lammers non è un prestito a costo zero, ma è un pesante investimento dell’Atalanta e non vederlo nemmeno in Coppa Italia lascia un po’ perplessi, specie perché all’inizio della stagione ha mostrato qualità interessanti. Vien da domandarsi se non fosse il caso di mettere lui, nel finale, anziché rischiare di inserire Ilicic a risultato già al sicuro. Perplessità.

Ps. Sorvoliamo sulla Rai, servirebbe troppo tempo per fare l’elenco delle «perle» che abbiamo sentito prima e durante la partita.