Atalanta, compito fatto: bene in attacco e la porta inviolata. Mæhle, buon impatto. Qualche pensiero sul mercato in uscita

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Compito fatto. Contavano i tre punti, contava non lasciar più niente sul terreno. E l’Atalanta, contro un Parma apparso a un passo dal coma, ha fatto bottino pieno con il minimo sforzo. Minimo si fa per dire, perché poi vincere le partite non è mai facile, come Bologna insegna. Però l’Atalanta l’ha chiusa quando doveva, e si è garantita quasi un intero secondo tempo di relativo relax, che dovendo poi giocare sabato a Benevento male non fa. Andiamo per punti, con qualche considerazione finale sul mercato.

1. Bene l’atteggiamento

L’Atalanta in questa partita non ha mai premuto al 100% sull’acceleratore: è stata sufficiente un’intensità medio-alta. Però non ha mai dato la sensazione di «mollare», di pensare alla prossima. Bene bene, perché dopo Bologna il Sassuolo aveva messo le cose a posto, ma la doppia conferma della lezione imparata è sempre meglio. Tre punti ottimi, perché la continuità di vittorie consente di scalare piano piano la classifica, in attesa che il recupero di Udine le dia - sperabilmente - una dimensione definitiva.

2. Bene la difesa, imbattuta

Le goleade proseguono - ammesso che un 3-0 possa essere considerato tale - e la difesa continua a subire meno rispetto alla prima parte della stagione. Il segnale è decisamente positivo. Vero che il Parma è poca cosa, ma la pressione che la squadra è tornata a esercitare con grande continuità e insistenza diventa la prima azione difensiva, e «protegge» il reparto arretrato. Chiudere una partita senza subire gol per l’Atalanta è sempre una notizia da sottolineare.

3. Mæhle, buona impressione

Primissime impressioni su Mæhle: ottima corsa, discreta tecnica, fisico prestante. E sembra parecchio sveglio, dato l’inserimento con cui ha sfiorato il gol pochi minuti dopo l’esordio assoluto. Di sicuro da questo punto di vista l’Atalanta ha posto le basi per risolvere il problema lasciato a fine mercato, quello del terzo esterno, e di Castagne sostituito con quantità (Mojica, De Paoli, Piccini) ma non con la qualità necessaria. D’altra parte ci sta che Mæhle sia quasi pronto... Hateboer fu acquistato per meno di un milione di euro, Mæhle per più di 10. Il tema dell’esterno ci introduce quello del mercato.

4. Mercato, cautela con le uscite

Il mercato in entrata è chiuso, e d’altra parte (al di là eventualmente di un sostituto di de Roon) non si ravvedono particolari necessità. S’accavallano invece le voci sulle possibili uscite: in primis Lammers, c’è chi vocifera Malinovskyi, c’è chi mette sotto la lente Miranchuk. Qui, vien da dire: calma. Calma perché la stagione è lunga, si giocherà con grande continuità, e se gli ostacoli del Covid si sono superati finora non c’è ragione per credere che la stagione non arrivi in fondo regolarmente. L’Atalanta è in corsa su tre piste: campionato, Champions e una Coppa Italia che chissà, potrebbe anche diventare molto interessante dato il tabellone. Tre impegni significano tante partite, tante partite aumentano i rischi di infortuni e squalifiche. Quindi, alzano la necessità di alternative, anche più delle 15-17 che vengono considerate generalmente necessarie. La famosa rosa corta che piace tanto a Gasperini, concetto che però contraddice quanto si sosteneva in estate: altrimenti non avrebbero avuto senso gli acquisti che ora - di fatto senza essere visti in partita, o quasi - verrebbero bocciati e mandati in giro a giocare. Anche perché sia Lammers che Miranchuk hanno certamente qualità che vanno approfondite a dovere. Poi è chiaro che se l’Atalanta gioca con un solo centravanti il terzo raramente troverà spazio: eppure è stato preso. Ed è chiaro che con Ilicic recuperato Miranchuk avrà poco spazio: eppure dalla rosa esce Gomez al 99,99%... ruoli sono diversi, ma prima di togliere e togliere e togliere... ci andremmo particolarmente cauti.