Non è più l’Europa dei sogni: l’Atalanta è una realtà al vertice dell’Europa. E sa essere più forte del Marsiglia

commento. Il prepartita di Roberto Belingheri

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Per anni abbiamo considerato due parole sostanzialmente sinonimi: «Europa» e «sogno». La seconda spessissimo sostituta della prima, talvolta anche con un abuso di forma scaramantica. Adesso è ora di abbandonare il piano onirico, perché l’Atalanta che stasera affronta l’Olympique Marsiglia non è più la piccola dentista d’Europa: è la squadra che ha vinto il girone d’Europa League, è la squadra che ha buttato fuori lo Sporting Lisbona, che già quello pareva un sorteggio sfortunato. E poi ha battuto, quasi strapazzato, il Liverpool, che pareva un sorteggio impossibile e qualche evoluto pensatore ipotizzava persino di rinunciarvi in partenza. Adesso la squadra che stasera citofonerà al Velodrome non può essere una squadra che ha paura di qualcosa: semmai la paura la dovranno provare gli altri. L’impresa sportiva sul Liverpool ha catapultato l’Atalanta in una dimensione nuova, diversa, quella di favorita nella sfida contro l’OM. Lo sarebbe stata, forse, anche senza questo risultato storico, perché tecnicamente tra la sesta forza della Serie A e la settima della Ligue 1, qualcosa corre, e forse è più di qualcosa. L’Atalanta è più forte sul piano tecnico e lo è su quello mentale, dopo un percorso che in Europa l’ha vista perdere soltanto contro il Liverpool ferito dalla scorribanda di Anfield. Dice: eh, ma il Velodrome, ma l’ambiente caldo, ma questa trasferta va temuta.

 

Conta la testa, sempre, quasi per tutto. L’Atalanta con la testa «sbagliata» ha perso a Cagliari. L’Atalanta con la testa giusta ha ammutolito Anfield. L’Atalanta con la testa giusta non può aver paura del Velodrome e dei suoi 65mila presenti. Questa è una squadra matura, che ha vinto a San Siro, che ha vinto a Napoli, solo negli ultimi mesi. Non sono gli stadi a fare gol, e se a Marsiglia hanno creato tanta «tensione» attorno a questa trasferta può anche essere un segno di debolezza. Dirà il campo se oltre a questo hanno anche altro da giocarsi. Fondamentale sarà la prima parte, il primo tempo di questa prima parte di questa sfida. L’OM proverà ad aggredire, immaginiamo, per far valere e arroventare ancora di più il fattore campo. Se si trovasse di fronte un’Atalanta capace di riaggredire e di creare pericoli, allora la partita si potrebbe mettere su un piano favorevole. Bisognerà subito far capire all’OM che se si gioca a calcio non c’è trippa, e se c’è battaglia la si accetta. Salvo poi ricominciare a giocare a calcio, perché quella è l’arma per vincere.

 

L’Atalanta è favorita e bisogna dirlo chiaro, senza nascondimenti che non hanno più senso. Questo non significa che la partita non possa andare male: le sfide europee sono sempre imprevedibili. Chiedete conferma a mister Klopp, se proprio. Ma l’Atalanta può farcela, non abbiamo dubbi. Anche perché ha fissa questa meravigliosa cocciutaggine: occorre rimanere dentro a tutto. E più si va avanti, più si arriva in fondo, più quel «rimanere dentro» può cambiare senso, cambiare obiettivo. Come potrà essere, per esempio, la sera del 15 all’Olimpico.