Le mosse di Gasp per stendere la Lazio: Wallace non ha sbagliato per caso

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Le partenze ad handicap non sembrano essere un problema in casa nerazzurra. Dopo 2 minuti e qualche secondo l’Atalanta subisce il gol di Parolo (uno dei giocatori più bravi e pericolosi dei biancocelesti). Ma ormai il gol subito ad inizio gara (che toglierebbe certezze a quasi tutte le squadre) viene assimilato dalla squadra con la consapevolezza di chi è sicuro dei propri mezzi e sa di poter ribaltare il risultato con il trascorrere dei minuti.

Guarda gli high lights della partita

Non cambia niente nel piano tattico dei bergamaschi, anche quando si subisce il gol si ricomincia come fanno le grandi squadre dalle proprie certezze, che anche nella gara dell’Olimpico passano dall’intensità, dalla manovra che si sviluppa sempre (o quasi) lateralmente, dall’astuzia sulla prima pressione (che vedremo meglio sotto), dall’attaccare in massa, e dalla continua aggressione dell’avversario.

I moduli (quelli previsti)

Visto che si parte dalle certezze, Gasperini propone il solito modulo iniziale 3-4-1-2, al quale Simone Inzaghi oppone un 3-5-2 dove la linea difensiva a 3 è formata da Acerbi (centrale), Bastos (a sinistra) e Wallace (a destra), con quest’ultimo che si renderà complice degli episodi che condizioneranno la partita.

La libertà di Wallace

 

Una delle chiavi della vittoria dell’Atalanta all’Olimpico passa da quello che è mostrato nel fotogramma sopra. L’Atalanta nella fase di costruzione bassa della Lazio decide di lasciare libero e di far ricevere Wallace, marcando gli altri 2 difensori e coprendo Lucas Leiva che si abbassava per ricevere. Dopo la ricezione è Freuler che va a pressare il brasiliano, che nella maggior parte dei casi si affidava al lancio lungo per il centrale Caicedo (fotogramma sotto).

Questa forzatura provocata nella fase di costruzione della Lazio da parte dell’Atalanta è dimostrata dal confronto tra le medie stagionali del difensore brasiliano che solitamente partecipa a 62 azioni ed effettua circa 40 passaggi a partita. Nella gara di domenica Wallace è stato chiamato in causa in 81 azioni ed ha eseguito 59 passaggi. Dei tre giocatori della linea difensiva biancazzurra il brasiliano è quello con le percentuali dei passaggi riusciti più bassa (86.4%) e probabilmente per questo motivo Gasperini ha deciso di «costringere» la Lazio a sviluppare il proprio gioco partendo proprio da lui.

E poi subito in pressione

 

I frutti di questa scelta si concretizzano al 58° minuto di gioco quando il brasiliano commette un errore in uscita bassa facendosi intercettare la palla da Gomez, con l’argentino che è bravissimo a rifinire per Castagne che porta in vantaggio per 2 a 1 la formazione nerazzurra.

 

Prima di questo episodio, al gol (per alcuni aspetti) piuttosto fortunoso di Parolo dopo poco più di 2 minuti di gioco, aveva risposto l’Atalanta al 22° minuto con il gol di Zapata. Il fotogramma sopra mostra l’inizio dell’azione con Parolo che lascia Freuler per chiudere sull’incursione di Gomez. L’argentino tira debolmente e Wallace respinge. Lo svizzero, rimasto libero (fotogramma sotto) tira a sua volta debolmente e Zapata sfruttando la mancata risalita di Wallace ( il brasiliano nell’occasione manca di reattività) stoppa, si aggiusta la palla e batte Strakosha (incolpevole).

Parolo «libera» Freuler: così nasce l’1-1

 

La strategia sul corner del 3-1

Anche la terza rete merita di essere menzionata, perché l’Atalanta torna alla marcatura sugli sviluppi di un calcio d’angolo. La segnatura è un’autorete di Wallace, comunque forzata dall’urto dei saltatori bergamaschi. I fotogrammi sotto mostrano come l’Atalanta con Gomez in battuta (sia dal lato destro che da quello sinistro) porti 3/4 saltatori in prossimità dell’angolo (lato cross) dell’area piccola, anticipando in questo modo la possibile uscita di Strakosha e rendendo ogni deviazione verso la porta estremamente pericolosa.

 
 

Passaggi e possesso sotto la media

Prima del raddoppio dell’Atalanta, comunque la gara (come ricordato anche da Inzaghi) era stata equilibrata e molto fisica con i nerazzurri che dopo (la solita) partenza ad Handicap e una leggera imprecisione nei passaggi, hanno cominciato a guadagnare in precisione, rendendosi con il trascorrere dei minuti (grafica sotto), molto più pericolosi della Lazio. Il possesso palla (44% del totale) ed il numero dei passaggi tentati (446) sono sotto le medie solite dei nerazzurri, ad indicare comunque una certa difficoltà in fase di costruzione e sviluppo.

Linea temporale delle occasioni

 

La mappa dei tiri

La mappa dei tiri riprodotta sotto, mostra le 17 conclusioni dell’Atalanta di cui ben 12 effettuate all’interno dell’area di rigore e 1,81 xG di produzione offensiva totale. Solo 8 le conclusioni della Lazio, di cui 1 sola (il gol) effettuata dall’interno dell’area di rigore. La piccola stellina azzurra mostra l’autorete di Wallace sugli sviluppi del corner battuto da Gomez al 75° minuto. I due cerchi con le dimensioni più grosse dei tiri Atalantini ( colore giallo), mostrano le conclusioni di Ilicic al minuto 28 (piede sinistro e xG 0,33) liberato in area da un perfetto filtrante di Gomez, ed il tiro di Ilicic ( piede destro e xG 0,31) effettuata al minuto 45 su assist di Freuler.

 

La distribuzione offensiva

Per chiudere, la grafica sotto mostra la distribuzione offensiva di entrambe le squadre che hanno preferito l’utilizzo delle fasce (seppur in modo diverso) rispetto al centro. Entrambe le squadre mostrano dati simili per quel che riguarda il baricentro in fase di possesso (58 metri circa), il baricentro in fase di non possesso (44 metri), Lunghezza media della squadra in fase di possesso (27 metri circa), lunghezza media in fase di non possesso (25 metri), evidenziando la differenza più marcata sullo sfruttamento dell’ampiezza in fase di possesso, con la Lazio molto «più larga» (oltre 43 metri), rispetto all’Atalanta che ha avuto una larghezza media di 39,93 metri.