Udinese-Atalanta, match analysis. Il dominio del gioco, ma orizzontale. E una ripresa «improduttiva». Tutti i dati

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Al Friuli di Udine è andata in scena la sfida tra Atalanta ed Udinese. La partita, da prima programmata in data 6 dicembre, era stata rinviata per un violento nubifragio abbattutosi sulla città friulana prima dell’inizio della gara. Da allora, l’Atalanta ha ritrovato in campionato un buon ritmo, che le ha consentito di riportarsi tra le formazioni di testa. Dalla trasferta di Udine i nerazzurri portano a casa solo un punto, che non consente di agganciare la terza posizione, e lascia perplessi per le scelte iniziali di Gasperini.

 

Entrambi gli allenatori hanno tenuto fede in avvio di gara ai loro moduli classici. 3-5-1-1 (o 3-5-2 con i due attaccanti in verticale) per l’Udinese e 3-4-2-1 per Gasperini. Ma se, il tecnico friulano ha schierato la sua formazione migliore, Gasperini è ricorso ad un cospicuo turnover, con diversi titolari in panchina. Così, tra le file bergamasche hanno trovato posto Pessina (in mediana al posto di Freuler), Maehle (al posto di Gosens), Miranchuk (al posto di Ilicic) e Muriel (al posto di Zapata).

Primo tempo

Partenza shock dell’Udinese. Dopo una manciata di secondi, la squadra di Gotti è passata in vantaggio con una penetrazione in area, sviluppatasi sulla destra dell’attacco bianconero da parte di Pereyra (xG 0.28). La difesa dell’Atalanta si è fatta sorprendere e nell’occasione Toloi non è esente da colpe. Il brasiliano non chiude sul bianconero quando, una volta saltato Palomino, era evidente che avrebbe puntato direttamente la porta di Gollini.

Con il vantaggio acquisito, la gara per l’Udinese si è messa da subito in discesa. Gli uomini di Gotti, hanno potuto disporsi con un 5-3-2 stretto e compatto in fase di non possesso, che però aveva la linea di difesa disposta una decina di metri avanti all’area di rigore, e che quindi invitava ai tagli dei nerazzurri nella ricerca della profondità.

Ci ha provato diverse volte Muriel, che in quei minuti ha agito nella zona di Becao, che però è stato bravo ad anticiparlo, facendo valere il suo fisico in diverse occasioni.

Il vantaggio dell’Udinese ha tolto un po’ di lucidità alla manovra nerazzurra, diventata da subito frenetica. Gli uomini di Gasperini al 25°minuto avevano il 74% di possesso palla e l’83% di pressione dei passaggi, ma spesso i nerazzurri hanno forzato le giocate. La forma speculativa e con il baricentro basso dei bianconeri, e la predisposizione alla riconquista della palla degli uomini di Gasperini, hanno però consentito all’Atalanta di avere una serie continua di possessi. Alla mezzora, l’intensità della pressione offensiva dell’Atalanta ha avuto una flessione, con l’Udinese che ha potuto alzare il suo baricentro e proporsi nella metà campo nerazzurra, con alcuni buoni possessi.

Nella prima fase di gara, il più a disagio tra i nerazzurri è sembrato Miranchuk, dirottato a sinistra, che nei primi 45 minuti ha perso ben 11 palloni (15 passaggi corretti su 23 ; 65% di precisione).

Come nella gara contro il Genoa, i possessi dell’Atalanta un volta giunti sulla trequarti con il trascorrere dei minuti sono diventati orizzontali, palesando una certa difficoltà a trovare l’imbucata, o la rapida triangolazione. In questo, ha avuto buon gioco la densità proposta dagli uomini di Gotti, che hanno controllato la situazione senza mai rischiare più di tanto, sino alla percussione (anche un po’ fortunosa) di Muriel (xG 0.54) al minuto 44, che ha riportato in parità la gara.

 

Solo 0.34 gli xG prodotti dall’Udinese nel primo tempo, che deve rimuginare sulla gestione troppo passiva del vantaggio. Gli uomini di Gotti non hanno mai abbozzato una pressione, così come hanno sempre rinunciato a costruire e ad allungarsi. I bianconeri si sono limitati a lanciare in profondità su Lasagna, che non poteva vincere i duelli con i più “fisici” difensori nerazzurri.

 

1.07 gli xG prodotti da un’Atalanta caparbia ma troppo frenetica, che ha potuto trovare il gol del pareggio per l’insistenza con cui ha provato a sfondare, più che per la qualità del suo gioco. Già detto della non buona prova di Miranchuk nei primi 45 minuti, bisogna anche sottolineare la prestazione “impalpabile” di Malinovskyi. Per l’ucraino solo 15 passaggi (14 giusti; 93%), ma mai decisivo sulla trequarti.

Secondo tempo

L’Udinese a inizio ripresa è partita con un piglio sicuramente diverso. I bianconeri hanno cercato di costruire dal basso e proporsi con più decisione nella metà campo nerazzurra. La gara è scivolata via nei primi 15 minuti in una situazione di sostanziale equilibrio con poche conclusioni per parte. L’Udinese più propositiva si è esposta in un paio di occasioni alle ripartenze dei nerazzurri, che però hanno sempre sporcato questi possessi, con errori nella fase di rifinitura.

Dopo una quindicina di minuti, Gasperini ha inserito Gosens, Ilicic e Zapata, al posto di Hateboer, Miranchuk e Muriel. Maehle si è spostato a destra, lasciando la corsia di sinistra al tedesco. Anche Ilicic si è disposto sul mezzo spazio di sinistra con Malinovskyi dirottato a destra. Al minuto 60, Malinovskyi si è divorato una chiara palla gol, servendo uno sciagurato tacco nel “vuoto”, invece di concludere in porta da una posizione vantaggiosa (posizione centrale al limite dell’area piccola).

Dal minuto 60 al 70, si è giocato pochissimo, con l’Udinese che ha approfittato di ogni interruzione per perdere secondi e togliere ritmo alla squadra nerazzurra. Al minuto 73, Ilicic è tornato sulla destra (posizione a lui più congeniale), con l’ucraino Malinovskyi spostato a sinistra, ma ormai la gara era sembrata decisa, con l’Udinese che si è nuovamente rintanata a protezione della propria area di rigore. Tardivo l’inserimento di Freuler con lo spostamento sulla trequarti di Pessina.

Statistiche

 

Solo 1.30 gli xG prodotti dagli uomini di Gasperini, che nel secondo tempo hanno fatto troppo poco: 6 tiri di cui 0 in porta e soli xG 0.23 prodotti.

 

0.46 gli xG prodotti dai bianconeri. Solo 0.14 quelli prodotti nella ripresa (4 tiri di cui 0 in porta), che se unito al dato relativo agli xG prodotti dai nerazzurri, rappresentano una ripresa sostanzialmente equilibrata e con rare occasioni.

Conclusioni

L’Atalanta ha sprecato un match point per entrare nelle posizioni “Champions” della classifica. Come nella gara contro la Sampdoria, Gasperini ha rinunciato a troppi titolari in partenza, con la squadra che ha perso qualche riferimento nello sviluppo del gioco ed in qualità.

Dopo il pareggio contro il Genoa serviva un’accelerata, anche in vista del difficile impegno di sabato contro la lanciatissima capolista. I 3 punti di oggi (non impossibili da ottenere con un primo tempo diverso), sarebbero stati un prezioso tesoretto prima della gara di San Siro, ed avrebbero concesso agli uomini di Gasperini una maggior freschezza “mentale”.

Difficile comprendere la formazione iniziale, anche e soprattutto se si considerano le stesse dichiarazioni di Gasperini, che ha sempre parlato di inutilità del turnover alla luce della possibilità di effettuare 5 cambi nel corso della gara, ed ancor più incomprensibile se si rileggono le parole del tecnico nerazzurro al termine della gara persa contro la Sampdoria lo scorso ottobre : “Oggi ho fatto un po’ di cantiere, come esperimenti, e non siamo riusciti a mantenere le distanze nel modo giusto. È lo scotto da pagare quando si prova ad inserire velocemente tanti giocatori, che non hanno giocato male, ma non si può pretendere che il volto della squadra sia lo stesso. Sul piano tecnico e atletico abbiamo fatto delle cose buone. La qualità negli ultimi 20 metri però ci è mancata. Per giocare un campionato ad alti livelli non si possono fare troppi esperimenti”.

Le parole di Gasperini, si adattano alla perfezione anche alla gara giocata ieri ad Udine, come la mancanza di qualità sulla trequarti comincia ad essere un problema alla luce della rottura con Gomez e delle difficoltà che stanno incontrando Miranchuk e Malinovskyi. Il primo, troppo legato alla logica del “passaggio facile”, in una zona del campo dove serve sicuramente altro. Ovviamente, il russo ha diritto ad avere più tempo per potersi adattare, ma al momento è ancora lontano dall’essere incisivo nel campionato italiano. Il secondo invece, ha sempre chiesto più minuti, ma ora che Gasperini glieli concede, palesa una certa difficoltà ad essere decisivo sulla trequarti. Entrare a gara rotta e a risultato acquisito, o in situazioni di svantaggio senza che nessuno te ne imputi la responsabilità, è sicuramente diverso dal dover prendere per mano la squadra dall’inizio e illuminare il gioco nella zona di campo dove è più difficile farlo.