Atalanta-Juve, i dati svelano l’impatto di Muriel e la qualità nuova di de Roon: studia da «regista basso»

scheda. L’approfondimento di Gianluca Besana

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I l primo pareggio stagionale per l’Atalanta è arrivato alla settima giornata di campionato, al termine della gara che nella calda serata di domenica li ha visti opposti alla Juventus di Allegri. Mentre le tribune del Gewiss Stadium si stavano svuotando, in tribuna stampa trapelava una certa soddisfazione nell’ambiente nerazzurro, anche se a questa si aggiungeva un briciolo di rammarico. Soddisfazione per l’eccellente prestazione di Koopmeiners e compagni contro un’avversaria di rango, che ha sicuramente fatto crescere l’autostima del gruppo prima del delicato match di Europa League contro lo Sporting Lisbona. Rammarico, perché nonostante le 14 conclusioni e gli 1.81 xG creati (secondo Wyscout), i nerazzurri non sono riusciti a violare la porta difesa da Szczesny. Prima di entrare nei temi specifici offerti dal match tra Atalanta e Juventus, partiamo con il fare qualche considerazione generale. I nerazzurri hanno dato vita ad una gara propositiva, fatta di tanto possesso palla ed azioni strutturate. Esattamente l’opposto di quanto sin qui fatto in campionato e di quello che ci si sarebbe aspettato in una sfida che la vedeva opposta a una candidata ad aggiudicarsi il titolo. Una partita giocata da protagonista, e che ha dato come risultato lo stesso tipo (anzi leggermente migliore) di produzione offensiva di quando i nerazzurri giocano in modo più diretto e verticale. Ad essere relegata ad una condotta di gioco più simile a quanto fanno solitamente “le provinciali” è stata la squadra di Allegri, incapace per trequarti di gara di costruire in modo profittevole, e che è finita con il rintanarsi nella propria metà campo. La Juventus se n’è tornata a casa con il magro bottino (probabilmente il più magro di sempre nelle sfide tra nerazzurri e bianconeri) di soli 4 tiri effettuati per 0.21 xG complessivi.