D alle parti dell’Alvelade nessuno si sarebbe mai immaginato che le maggiori soddisfazioni della storia recente dello Sporting Lisbona sarebbero arrivate da un ex dell’odiato Benfica. E invece Rúben Filipe Marques Amorin ha sparigliato le carte e cambiato gli equilibri calcistici della capitale portando nel 2021 i leoni biancoverdi alla vittoria del campionato: per la cronaca mancava da qualcosa come 19 anni. Ha la stessa età di Cristiano Ronaldo, 38 anni, ma ha smesso di giocare a 32 dopo aver disputato pure un Mondiale col Portogallo, quello del 2010 in Sudafrica, complice l’improvviso ko di Nani: in realtà al tirar delle somme ha giocato solo gli ultimi 5 minuti del match d’esordio con la Costa d’Avorio per poi sparire dai radar. Come del resto i lusitani, eliminati già agli ottavi dalla Spagna che vincerà poi il torneo. Dopo gli esordi nel Belenenses (storicamente la terza squadra di Lisbona) nel 2008 è passato al Benfica dove è rimasto per 4 anni giocando spesso da titolare nel centrocampo di Jorge Jesus, santone della panchina portoghese che Amorin venera come suo maestro indiscusso: trascorsa una parentesi a Braga torna a Lisbona dove nel 2017 chiude la carriera dopo qualche partita giocata con i qatarioti dell’Al-Wakrah. Decisamente un precursore. Nel 2018 debutta subito in panchina in terza serie allenando il Casa Pia, altro club della capitale: il problema è che non è abilitato e si becca così una squalifica di un anno, oltre che 6 punti di penalizzazione per la squadra che alla fine conquista comunque la promozione. Contestualmente viene anche sospesa la squalifica del giovane allenatore.