L a trasferta di Bologna è coincisa con l’ennesima sconfitta in campionato dei nerazzurri, che nell’era Gasperini non avevano mai perso così tanto nella prima parte di campionato. Il rapporto tra partite vinte (8) e quelle perse (7) è quasi in parità, e la classifica che ne deriva è piuttosto sconfortante per una squadra allestita per competere per un posto in Europa. L’Atalanta si trova ora in ottava posizione con 26 punti, e dagli scontri diretti con chi occupa le prime dieci piazze della classifica, Roma esclusa (i nerazzurri ci devono ancora giocare), l’Atalanta ha raccolto una sola vittoria contro il Milan (peraltro nel suo periodo peggiore), ed un pareggio contro la Juventus. Solo sconfitte invece nelle altre sette partite. È ormai chiaro che si è sopravvalutata la campagna acquisti estiva. Si è scritto e ripetuto più e più volte, che i rinforzi arrivati per ora non hanno impattato come avrebbero dovuto, ma dopo 17 giornate era lecito aspettarsi qualcosa di più, al netto degli infortuni. Per inquadrare al meglio queste problematiche dobbiamo tornare alla gara di Bologna, e dobbiamo partire dal finale di partita.