Da Magrin a Soncin, quegli 8mila giorni di conquiste del Milan a Bergamo. Ma adesso la storia s’è ribaltata

storia. La storia di Dino Nikpalj

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“N on si esce vivi dagli anni ’80”, una delle canzoni simbolo della Milano dentro e fuori le tangenziali degli Afterhours prima maniera. Pura avanguardia indie. Ecco, per l’Atalanta il problema si era invece manifestato soprattutto nel decennio successivo ogni volta che il Milan bussava alle porte di viale Giulio Cesare e se ne andava regolarmente con il bottino pieno. Un decennio orribile dove i rossoneri hanno fatto il bello e il cattivo tempo, anche in modo scorretto come nella famosa partita (24 gennaio 1990) di Coppa Italia della rimessa vergognosamente non restituita, ma in linea di massima dimostrando una superiorità assoluta. Del resto era il Milan di Sacchi, Capello e nell’ultimissima fase dell’emergente Zaccheroni, artiglieria pesante per capirci. Del decennio precedente, quello appunto cantato da Manuel Agnelli & soci, si ricorda con estrema gioia la vittoria del 1985 con punizione sotto la Nord di Marino “tira la bomba” Magrin ad uccellare il portiere-poeta Terraneo arrivata dopo un brutto 1-3 interno nel 1980 in B (stagione della retrocessione in terza serie) e un pareggio “rubato” dai rossoneri con rigore inesistente nel campionato 1982-83, sempre tra i cadetti. Quella vittoria tenacemente voluta dalla banda Sonetti è del 28 aprile 1985, campionato di serie A: segnatevi la data perché è fondamentale in questa vicenda. Sempre in quell’anno arriva il pareggio dicembrino con goal di Simonini di testa allo scadere della partita prima di Natale (che ai tempi non si chiamava ancora Christmas Match…), l’ultima gioia prima di una lunga serie di dolori casalinghi che inizia nel 1987 (1-2, doppietta di Virdis) e prosegue per ben due volte nel 1989: primo atto in un piovosissimo sabato di inizio aprile che vede i rossoneri ribaltare l’iniziale vantaggio di Nicolini con Evani e Rijkaard e secondo nella terza giornata del campionato successivo quando ci pensa nientemeno che Ancelotti a chiudere la vicenda. E pure gli anni ’80 della Milano da bere.