C laudio, il barista, è uomo semplice ma di grande saggezza, una saggezza maturata tra famiglia e lavoro, perché avere una moglie e tre figli è una palestra continua e il suo locale è un piccolo porto cui approdano gli uomini delle più diverse specie, e le donne; tutti, spesso, con una gran voglia di parlare. Perciò, Claudio è anche l’unico in paese ad avere ben capito quell’ospite strano che due estati fa vi è stato catapultato da una vicenda scolastica kafkiana: il professor Caudano. Il quale è sparito dai radar il 7 giugno. Quel giorno a colazione non lo si è visto, e da allora cappuccino e muffin non sono più stati la sua apertura di giornata. Claudio lo ha lasciato fare, per un po’. Anche se aveva collegato, perché i giornali al bar arrivano, e la gente chiacchiera. Anzi, gli sfottò erano iniziati in absentia. Riassuntivo e geniale, quello di Nando: “Chissà il nostro professore, ora che la sua Atalanta ha dato alla Roma il miglior allenatore della sua storia per prendere il peggiore della storia della Roma stessa”. Informato, il povero Elvio avrebbe trovato la sintesi quasi tacitiana, e si sarebbe divertito a tradurla in latino: “optimum nostrae historiae tradidisse Romae, Romae ipsius pessimum acceppisse”. Con sul verbo reggente anticipato di chissà quanto, come fa appunto Tacito, per la disperazione degli studenti. Ma questo, dopo. Perché, prima, Claudio aveva dovuto ripescarlo, il povero Elvio. E aveva atteso addirittura il mercoledì.