C inquant’anni. E un giorno. Tanto è servito a quel ramo del lago di Como per tornare in serie B. E più o meno 48 ore perché arrivasse la beffa: senza stadio niente cadetteria per il Lecco. E la questione promette di trascinarsi comunque per tutta l’estate, perché nel caso di estromissione dalla B il ricorso è ma-te-ma-ti-co. Di fronte ai notevoli lavori da fare al Rigamonti-Ceppi (sulla sua storia ci torniamo poi) la società bluceleste avrebbe indicato come casa alternativa l’Euganeo di Padova (225 km più a Est…) ma senza la fondamentale autorizzazione della Prefettura. E il colmo è che a questo punto che rischia pure di non essere ammessa in Lega Pro, perché molto semplicemente ha presentato domanda alcuna, convinta del diritto acquisito alla cadetteria.
Insomma, questa B non s’ha da fare, anche se riconquistata sul campo. Tra l’altro nel 150° della morte di Alessandro Manzoni, e forse non è un caso. Come il fatto che per risalire tra i cadetti il Lecco abbia dovuto battere in semifinale il Cesena e in finale il Foggia. Che c’è di strano, direte voi? Una curiosa coincidenza: l’ultima partita in B dei blucelesti era datata 17 giugno 1973, una sconfitta a Marassi traboccante di gente per la festa promozione del Genoa, che in A ci arriva insieme proprio ai romagnoli e ai pugliesi. Come a dire che per chiudere il cerchio i lariani ci hanno impiegato davvero parecchio, ma hanno fatto le cose per bene: ora tutto è davvero al posto giusto.