Intensa, indomita, pericolosa: questa è l’Atalanta che adesso deve continuare così (E qualificazione ipotecata)

commento. Il post partita di Roberto Belingheri

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S iamo l’Atalanta, disse Ivan Juric qualche settimana fa. E lo disse con un orgoglio che faticava a contenere. Ecco, quella di Marsiglia è l’Atalanta che siamo tutti. Quella che vogliamo, poi si può vincere o no. Puoi segnare quel rigore, o no. Puoi prendere quel rigore contro, invece no. Potevi arrivare alla fine in netto vantaggio e maledici quel cambio di Lookman, perché pensi che ci risiamo, col passettino indietro. E invece vinci. Vinci di merito, di stramerito. E che belle, adesso, le facce tese dei giocatori che si abbracciano, che si sfogano, così diverse dagli occhi spenti di solo qualche giorno prima a Udine. Ecco, se a qualcosa dev’essere servita la partitaccia di Udine, può essere servita a questo: a stimolare l’orgoglio di un gruppo che sa di non poter essere quello lì. Di un gruppo che sa che è l’Atalanta, che sa cos’è l’Atalanta, che sa che gioca la Champions perché se l’è meritata sul campo, perché ha grandi valori che aspettano solo di essere «liberati» sul campo.