Juric e il Toro, ma non solo: quanti mister (e quante storie) sulla rotta Atalanta-Torino

storia. La storia di Dino Nikpalj (italian and english)

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I van Juric torna sul luogo del delitto, in quella Torino sponda granata dove in tre stagioni ha conquistato altrettanti piazzamenti a centroclassifica: due volte decimo e una volta nono dal 2021 al 2024, oscillando da un minimo di 50 punti (la prima stagione) a un massimo di 53 (le rimanenti due). Un andamento in linea con quello registrato a Verona nei due campionati precedenti dove si era piazzato per due volte in nona posizione. Una sorta di ritorno a casa, visto che Torino è il posto dove l’allenatore croato ha passato più tempo su una panchina, tra alti e bassi con la dirigenza e pure con la curva Maratona, feudo del tifo granata, che certe cose non le ha mai del tutto perdonate. Ma Juric non è stato il solo allenatore che nell’ultimo mezzo secolo (per avere un riferimento temporalmente sostenibile e rappresentativo) si è mosso lungo l’A4 dall’Atalanta al Toro. Prima di lui lo stesso percorso – in un senso o nell’altro, in alcuni casi in entrambi – l’hanno fatto Emiliano Mondonico, Edy Reja, Stefano Colantuono e Nedo Sonetti. Con alterne fortune. Prendiamo per esempio Colantuono che se n’era andato non senza polemiche dalla panchina nerazzurra nel 2007 direzione Palermo, non proprio un posto tranquillo dal punto di vista calcistico, ai tempi feudo di Maurizio Zamparini, professione mangiallenatori. Il Cola non sfugge alla regola visto che in due stagioni viene esonerato due volte e richiamato una. Il secondo defenestramento è di quelli flash, tra il turno agostano di Coppa Italia e la prima di campionato: a settembre 2008 si ritrova già a spasso. Ci rimane fino a giugno dell’anno dopo, quando risponde alla chiamata del Toro fresco di retrocessione in B che cerca un mister capace di riportarlo subito in categoria.