L’amore per l’Atalanta e quel post che il prof. Caudano ha scritto, ma mai pubblicato (con Socrate super ospite)

storia. Il nuovo racconto di Stefano Corsi

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L’ esilio langarolo del professor Caudano gli lascia parecchio tempo libero, ché qualche lezione ogni tanto e la revisione dei testi episcopali, con tutta la buona volontà che può metterci, non gli occupano troppe ore. Soltanto che, specie se si abbia qualche grammo di cultura e di intelligenza, le giornate levigate dalla solitudine e non intralciate da attività lavorativa finiscono per riempirsi di riflessioni, magari di dubbi, alla fine di angosce. Tutto, ingigantito dal fatto che ormai, soprattutto grazie a Internet, anche un uomo di una certa età ritiratosi in un paesino in cima a un cucuzzolo, quale è Murazzano, in verità subisce l’assedio del mondo: nulla gli viene risparmiato. Una volta, avrebbe saputo ben poco, le notizie riportate dal giornale e quelle di un telegiornale. Fine. Oggi, oltre alla pletora dei giornali e a quelle dei notiziari radiotelevisivi, c’è appunto la rete, nella quale, come tutti sperimentiamo, non ci sono solo le voci “ufficiali”, ma anche quelle ufficiose e quelle comuni. In una babele inesausta che ci obera. Perciò, anche uno come il povero Elvio, in fondo fuggito dal bailamme urticante della vita, su qualsiasi problema finisce inevitabilmente per essere informato, e non solo dal giornale cartaceo che trova da Claudio al bar, ma anche da quello online, e poi magari da qualche sito, e infine dalle lame spesso affilate che brillano nei social, a commento delle notizie. Così, nel cuore di quest’estate, neppure il professor Caudano ha potuto sottrarsi ad alcuni tormentoni, specie, naturalmente, a quelli che più ha sentito vicini alla sua sensibilità. Come per esempio l’epidemia di scene mute agli orali di maturità e il diffondersi, a non dire l’insinuarsi, dell’intelligenza artificiale in tutte le attività umane.