L’Atalanta da «dentista» a squadra che pressa meno: cosa significa e che vantaggi ha questo gioco «sostenibile»

scheda. L’approfondimento di Gianluca Besana

Lettura 4 min.

S ei giornate non bastano per definire un campionato, ma sono sufficienti per riconoscerne le tendenze. La Serie A 2025/26 ha già mostrato il suo volto, un torneo più veloce, più verticale, ma in generale, con il solito deficit di qualità. I dati del report Wyscout raccontano un calcio che produce più occasioni di quanto poi le squadre non riescano a trasformarne. La media dei gol (per squadra) è salita a 7,2, quella degli Expected Goals a 7,9. Si crea di più, ma si segna meno di quanto si dovrebbe. In testa alla classifica ci sono Roma e Napoli con quindici punti, seguite dal Milan a tredici e dall’Inter a dodici. Subito dietro un piccolo gruppo d’inseguitrici formato da Juventus, Bologna e Atalanta, tutte a quota dieci. È un avvio che restituisce l’immagine di un campionato compatto, dove la regolarità vale più della brillantezza e dove le grandi, almeno per ora, non sono ancora riuscite a imporre la loro forza. Dentro questo equilibrio c’è anche l’Atalanta, che si muove senza scosse, e con forse qualche segno X di troppo nel suo percorso. Dieci punti, nessuna sconfitta, undici gol fatti e cinque subiti. Numeri che rispecchiano quasi perfettamente la sua produzione reale (9.6 xG), con un bilancio di gol rispetto agli xG creati positivo (+1.4), e dieci punti “attesi” che coincidono esattamente con quelli raccolti sul campo. Un avvio regolare, senza strappi, coerente con il periodo di transizione che la squadra sta attraversando.