L’Atalanta, il PSG e il prof. Caudano. E quel pensiero su Jacopo Da Riva e gli scherzi del destino

storia. Il nuovo racconto di Stefano Corsi (italian and english)

Lettura 7 min.

I l giorno è uno di quei giorni di settembre che ricordano molto più l’estate di quanto pre-sentano l’autunno: la luce è solo un poco più pensosa, ma ancora vigoroso il caldo del sole, che mantiene per buona parte del pomeriggio vuote le vie del paese, e promettenti le vigne in attesa di vendemmia. Il professor Caudano sta nella frescura della sua casa dalle pareti spesse e dalle ombre profonde, che si inseguono dalle camere al corridoio e dal corridoio al soggiorno. Alla sera, ricomincerà la Champions League, privilegio cui l’Atalanta negli ultimi anni è stata così spesso abbonata da farlo sembrare una normalità, mentre si tratta di qualcosa di davvero incredibile, come appare chiaro se solo si pensa quali realtà del calcio nazionale ne restano escluse in suo favore. Squadre di città e di società imparagonabili con Bergamo e con l’Atalanta stessa: “Per andarci noi, in Champions, bisogna pur sempre che non ci vadano formazioni di Milano, di Roma, di Torino, di Genova, di Bologna”, pensa il buon Elvio all’ora del tramonto. “Tutti capoluoghi di regione, uno dei quali è pure la capitale della nazione. Invece, ci va la piccola Bergamo, miracolo calcistico che da anni ha scalato le posizioni, ha lasciato il proletariato pallonaro ed è approdato stabilmente nella borghesia medio-alta, più alta che media”…